Varese, infermiera licenziata torna in corsia e morde un poliziotto. A processo

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VARESE – Ha continuato a presentarsi al lavoro, intrufolandosi tra le corsie dell’ospedale di Circolo di Varese, anche dopo essere stata licenziata. Anche dopo aver perso la causa che l’aveva vista impugnarlo quel licenziamento risalente al 2015. Ha continuato ad indossare il camice da infermiera e ad aggirarsi tra i corridoi puntando alla Terapia Intensiva dove aveva effettivamente lavorato per sette anni prima che gli eventi precipitassero. Vistasi scoperta, a fronte della richiesta di andarsene, ha morso un poliziotto e aggredito una ex collega: è a processo per appropriazione indebita, resistenza a pubblico ufficiale e interruzione di pubblico servizio.

In corsia anche dopo il licenziamento

La direzione ospedaliera aveva anche sporto denuncia visto il comportamento della donna. L’epilogo era arrivato nel marzo 2017, due anni dopo essere stata allontanata, quando la ex infermiera del Circolo, munita di un budge e delle chiavi di un paio di armadietti degli spogliatoi dedicati al personale sanitario, s’era presentata ancora una volta là dove non avrebbe dovuto essere.

La collega strattonata

Rifiutandosi di allontanarsi sino a quando non erano intervenuti i poliziotti. Il racconto di quel che accadde quel «Quel sabato, in cui io ero di riposo» lo ha fatto in aula davanti ai giudici del tribunale di Varese la caposala che fu richiamata in servizio proprio per cercare di calmare la ex collega. La teste ha spiegato come l’imputata, assistita dall’avvocato Corrado Viazzo, le abbia afferrato un braccio strattonandola mentre lei, su richiesta degli agenti,  stava cercando di farsi consegnare quel tesserino che l’ex infermiera non era autorizzata ad avere.

Il morso al poliziotto

A quel punto i poliziotti, richiamati dalle grida, erano intervenuti e l’impuatata aveva morso con convinzione la mano di uno degli agenti ferendolo anche se fortunatamente in modo leggero. L’imputata era stata quindi sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio e denunciata per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Adesso è a processo ma continua a sostenere la propria tesi: fu ingiustamente licenziata dopo essere stata demansionata rifiutandosi di riconoscere anche la sentenza del giudice del lavoro che le dava torto.

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