Varese, Maroni prima uscita ufficiale: «Ci sono e vinciamo al primo turno»

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VARESE – «Ci sono, ci sono. E a Varese vinciamo. Dobbiamo vincere». Parola di Roberto Maroni, che per la prima volta dopo l’intervento chirurgico alla testa, è presente di persona a una riunione del centrodestra varesino. Incontro programmatico tenuto questa sera, giovedì 18 febbraio.

La rinuncia al Milan

«Ho rinunciato anche a vedere il Milan», scherza Roberto Maroni, tifoso rossonero. Ma Bobo, in attesa che tutti i partecipanti arrivino, parla anche di politica nazionale: «Mario Draghi andrà al Quirinale e questo governo durerà fino all’anno prossimo, perché a febbraio 2022 si andrà a votare. Con il centrodestra tutto unito e vinceremo». Ma anche di elezioni amministrative: «Non sappiamo ancora quando andremo al voto. Forse a giugno o forse tra settembre e ottobre. Nei prossimi giorni chiamerò la mia amica Luciana Lamorgese e me lo dirà».

E sulla sfida con Galimberti conclude un Maroni sorridente: «Comunque la data delle elezioni amministrative sarà indifferente, perché a Varese vinceremo al primo turno».

Fiducia e stima

La presenza di Maroni ha tranquillizzato tutta la coalizione. Tanto che gli alleati, da Fratelli d’Italia a Forza Italia, Noi con l’Italia e Lombardia ideale gli hanno rinnovato la stima e la fiducia. E hanno anche riconosciuto che proprio la candidatura di Roberto Maroni è stata uno dei motivi fondanti per tenere unita, a Varese, l’alleanza di centrodestra. «Dove – hanno detto tutti seppur con parole differenti – andiamo d’amore e d’accordo».

A fare gli onori di casa c’era il responsabile elettorale della Lega Mirko Reto (la riunione si è tenuta nel suo ufficio). Presenti il commissario cittadino del Carroccio Cristiano Angioy, il leghista Marco Pinti, i forzisti Domenico Battaglia e Simone Longhini; Salvatore Giordano per Fratelli d’Italia; Raffaele Cattaneo e Matteo Giampaolo per Noi con l’Italia e Giacomo Cosentino per Lombardia ideale.

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Centrodestra varesino che ha ribadito la voglia di riprendersi Varese dopo aver ceduto Palazzo Estense a Davide Galimberti. E non ci sarà Recovery plan che tenga, «poiché – ha dichiarato Reto – quelli presentati dal sindaco sono solo numeri senza progetti». E perché, ha puntualizzato Maroni con un sorriso nascosto dalla mascherina, ma evidente, «ogni Recovery plan dovrà poi passare dal Mise», ovvero dal Ministero dello Sviluppo economico, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti.

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