L’uomo in comunione con la natura, a Varese mostra di Hans Kammermann

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VARESE – La pittura di Hans Kammermann è messaggera di attimi, ricordi e relazioni uniti nella ricerca dell’energia cosmica che pervade ogni essere, ma che sfugge e si cela nell’illusione della vita quotidiana. Come ha spiegato Lorenzo Mortara, curatore di “Nella scia dei segni interiori”, mostra che sarà inaugurata sabato 27 gennaio alle 15 alla chiesa di Santa Maria della Gioia a Varese, al centro della sua arte, di ispirazione intimista, ci sono la comunione dell’uomo con la natura e l’armonia tra esteriorità e interiorità.

Figure ancestrali e la via dell’interiorità

“Non uscire fuori di te, rientra in te stesso, la verità abita nel profondo dell’uomo”: Mortara ha scelto le parole di Sant’Agostino per spiegare le opere astratte e materiche, molto suggestive e spesso contraddistinte dalla monocromia, che hanno come protagoniste figure ancestrali diluite in scenari cosmici.
«I suoi temi di arte astratta variano dallo studio del paesaggio alla figura, sempre con l’intento di trasfigurare le immagini e le scene in archetipi interiori alla continua e incessante ricerca dell’inespresso, dell’invisibile che è tra noi e dentro di noi, dove il-mondo-intorno-a-noi e l’antico-mondo-dentro- di-noi diventano una sola cosa inscindibile e che scuote e impronta il nostro vivere, il nostro sentire e il nostro desiderare e sognare».
Gli scritti di Vito Mancuso possono fornire un’ulteriore chiave di lettura: «Sono forme e figure – ha aggiunto Mortara, che collabora con Palazzo Ducale e Maiiim di Genova – fuse tra loro e che possono rappresentare esseri, pensieri, idee, in continua evoluzione e mutamento, in un sentire vicino a quello che il teologo ha espresso nel suo “L’anima e il suo destino”: “La via dell’interiorità…è l’unica via per entrare nell’autentica dimensione dell’essere, per vincere le illusioni del tempo e attingere l’eternità”».

L’opera di Padre Ruggeri a Santa Maria della Gioia

Durante la mostra, che continuerà fino al 9 febbraio (sarà aperta domenica 28 gennaio dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19, venerdì 2 febbraio dalle 15 alle 19, sabato 3 dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19, domenica 4 e venerdì 9 febbraio dalle 15 alle 19 – Dal 29 gennaio al primo febbraio e dal 5 all’8 febbraio su appuntamento contattando i numeri 335/7173454 o 349/1882441) sarà possibile dialogare con l’artista e visitare la chiesa di via Cardinal Ferrari, opera di Padre Costantino Ruggeri e dell’architetto bustocco Luigi Leoni.
Il primo, già pittore sotto la guida di Mario Sironi, nel 1954 allestì alla Triennale di Milano, per la prima volta in Europa, un padiglione dedicato all’arte sacra. Si accostò quindi alla scultura alla fine degli anni Cinquanta, dedicandosi anche allo studio dello spazio sacro e alla ricerca di nuove forme per l’arredo, le suppellettili e i paramenti sacri. Ha collaborato con rinomati architetti italiani nella costruzione di nuove chiese, affrontando con Leoni l’attuazione dei propri progetti di architettura sacra.
Come spiega “Tracce per una visita guidata al Santuario di Santa Maria della Gioia“ di Elena Martelli, nel totale delle ventitré chiese realizzate in varie città d’Italia, in Africa e in Giappone quella prima struttura, risalente al 1977, spicca per i materiali utilizzati provenienti dalla zona, come i massi di calcare bianco della cava di Caravate, le pavimentazioni esterne con ciottoli di fiume che ricordano la ‘rizzata’ della Via Crucis del Sacro Monte e le vetrate artistiche, definite “pareti di luce” da Gianfranco Ravasi.

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