Varese per l’Oncologia, in Sala Montanari si parla del legame tra speranza e cura

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VARESE – “È dimostrato che parole ben dette sono in grado di attivare le medesime vie biochimiche dei farmaci. Se ho fiducia in te e spero di stare meglio, il mio cervello inizia a produrre molecole che agiscono sul controllo del dolore, dell’ansia, il mio umore migliora e così posso affrontare con fiducia il percorso di cura. La speranza diventa quindi un tempo della cura”.
Alla Sala Montanari di via Bersaglieri venerdì 12 maggio si terrà alle 17 “La speranza è cura”, incontro organizzato da Varese per l’Oncologia che vuole portare l’attenzione sul concetto di Speranza: “Noi tutti speriamo in qualche cosa; il malato spera più di altri, spera che il suo futuro sia migliore del presente. La speranza è indotta dalle persone a noi vicine e dagli operatori sanitari, medico e infermiere terapeuta”.

Gli interventi in programma

Dopo il saluto delle autorità, il sindaco Davide Galimberti e il presidente di Varese per l’Oncologia Carlo Lucchina, sarà il professore Francesco Grossi, direttore di oncologia dell’Asst Sette laghi e Università dell’Insubria, a introdurre gli interventi in programma, che saranno “La storia”, di Elena Vairani, pedagogista e care giver, “Le parole”, del professore Marco Bellani, responsabile di psicologia clinica ospedaliera e del territorio di Asst Sette Laghi – Università degli Studi dell’Insubria nonché presidente della Società Italiana di Psico-Oncologia e “La speranza finisce?”, di Fra Michele Ravetta, frate cappuccino.

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