Tutte strade in salita per il Pd in provincia di Varese

Sono passati 21 giorni dalla elezione di Alice Bernardoni (nella foto sopra) a segretario provinciale del Partito Democratico. Tre settimane caratterizzate da zero clamore mediatico e tanto lavoro sotto traccia per mettere insieme la prossima segreteria. I rumors dicono che la squadra è pronta e che verrà presentata a breve. Forse già durante la settimana entrante. E quello sarà il primo snodo della nuova segretaria, poiché solo alla luce dei nomi scelti si potrà (non dare un giudizio, per quello occorrono tempo e fatti politici) capire a grandi linea la rotta che Bernardoni vorrà dare al PD. E il perché è presto detto.

Alice Bernardoni in campagna elettorale ha fatto leva sull’immagine di un partito aperto e capace di coinvolgere. Ecco il primo segnale in tal senso arriverà dalla composizione della squadra: nella stanza di comando del partito provinciale “i voti di Fisco” troveranno rappresentanza, oppure Bernardoni si circonderà solo di fedelissimi? E in ogni caso come imposterà la dialettica interna tra le varie anime che, guai a dire che ci sono ma esistono?

Sul tavolo dem però non ci sono solo questioni organizzative. Anzi, le “beghe” interne, visto il periodo, valgono dentro la sede del partito. Fuori, nel mondo della vita reale, serve mettere in campo ben altro. Innanzitutto occorre lavorare per dare al partito un’identità ben precisa. Oggi il PD (come anche altri partiti) sta attraversando un momento complicato: se tira troppo a sinistra rischia di perdere il centro, se si va troppo al centro tornano alla ribalta le ipotesi di scissione a sinistra. E questo oscillare a livello nazionale ha evidenti ricadute anche sulle periferie che poi altro non sono che i territori. Vediamo il nostro. Dove, anche politicamente, servirà chiarezza tra le priorità: pesano di più i diritti individuali che tengono banco nel dibattito nazionale, o vale la pena di tornare a mettere in cima le questioni sociali che anche nel prospero Varesotto iniziano a interessare larghe fasce di popolazione?

E chiaro che una delle sfide da affrontare (anche nel Varesotto) sarà riportare il partito dove da tempo manca o, se già c’è, non è percepito: nei luoghi di lavoro. O meglio dove il lavoro che ieri era definito povero (per via di precarietà e paghe orarie bassissime) oggi, con il costo della vita in crescita, è diventato misero. E il PD non può esimersi dall’aprire un dialogo con chi si è visto quasi costretto (per lavorare) sostituire la “busta paga” (e le tante garanzie) con la fattura mensile, che spesso non ha lo stesso peso specifico dello stipendio. Insomma con quel popolo delle partite Iva considerate per troppo tempo (e a torto) privilegiato.

Come non può non essere una sfida quella di ricucire gli strappi che si sono registrati tra Gallarate e Busto su un tema strategico qual è la sanità e, nel caso specifico, l’ospedale unico. E sarà proprio qui che si potrà misurare in maniera concreta lo spessore politico del nuovo segretario. Bernardoni è vicino a Samuele Astuti (non è certo un segreto), che sta portando avanti in Regione una posizione barricadera contro l’ospedale unico. Linea che è riuscito a imporre al Pd di Gallarate, ma non a quello ”dialogante” di Busto. Bernardoni sulla vicenda non dovrà fare l’arbitro, semmai il mister che deve ricucire lo spogliatoio e trovare una linea chiara e coerente tra Gallarate, Busto e Milano. Certo è che fare sintesi su posizioni opposte c’è il rischio di farsi male.

Basterebbe questo per dire che la posizione di Alice Bernardoni è tutt’altro che un trono comodo dal quale governare, tanto più che il partito provinciale esce da un triennio di assopimento e va per lo meno ridestato.

Ma non è tutto. All’orizzonte ormai non più lontano si stagliano le elezioni provinciali (di gennaio) e le amministrative. Se le prime saranno un banco di prova tra addetti ai lavori (salvo un repentino quanto improbabile a sto punto cambio di legge elettorale), le seconde metteranno il partito a dura prova. Sono un’ottantina i Comuni della provincia che andranno al voto e non tutti di piccole dimensioni. Ciò significa che si dovrà trovare un candidato sindaco per ogni realtà e uomini e donne da mettere in lista. In un epoca in cui c’è disaffezione e diffidenza per il “fare politica” assemblare questo piccolo esercito potrebbe già essere un bel rompicapo. In più si ha il dovere di trovare figure capaci di scaldare il cuore degli elettori e che magari (anzi, senza magari) siano anche di elevato spessore professionale, culturale e umano. E questa potrebbe risultare un’impresa come scalare l’Everest con un paio di Nike ai piedi. Insomma, Alice (Bernardoni) ha davanti un mandato per far uscire il PD della provincia di Varese dal “Paese delle meraviglie” (si fa per dire) e ricondurre il partito nella vita di tutti i giorni dove non mancano elettori orfani di una proposta politica progressista (con)vincente.

varese pd Bernardoni – MALPENSA24