Varese, abusi sulla figlia della compagna: «Non sapevo di essere a processo»

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VARESE – Abusi sessuali sulla figlia minorenne della compagna. E’ pesantissima l’accusa a carico di un 40enne peruviano oggi, 10 gennaio, a processo davanti ai giudici del Tribunale di Varese. I fatti risalgono al 2019. L’uomo viveva all’epoca in un Comune alle porte del capoluogo insieme alla compagna, incinta di loro figlio, e alla figlia della donna.

Dietro l’apparenza l’incubo

L’immagine dall’esterno è quella di una famiglia felice. Dietro la superficie, però, sembrerebbe covare un segreto devastante. Un segreto che la giovane vittima, assistita dall’avvocato Roberta Vegetti, alla fine trova il coraggio di confessare al parroco dell’oratorio che frequenta. Quando la madre non c’è il compagno abusa sessualmente di lei. Le donna lavora tantissimo; è toccato a lei mantenere la famiglia durante il periodo in cui il compagno è rimasto senza lavoro.

Non sapevo di essere a processo

Secondo quanto raccontato dalla ragazzina è durante quelle assenze che si consuma l’incubo. Il parroco non perde un istante: parte la denuncia ai carabinieri. La madre inizialmente resta allibita da quanto apprende; poi si schiera al fianco della figlia. Il compagno, nel frattempo, sparisce. Nel nulla. Senza lasciare traccia. L’inchiesta va avanti e l’uomo non si presenta nemmeno in udienza preliminare. Resta contumace sino al dibattimento. Sostenendo di non aver mai saputo nulla e di non aver mai ricevuto alcuna notifica. Sostenendo, tra l’altro, di non essere nemmeno il padre del figlio dato alla luce dalla compagna. Il 28 febbraio si torna in aula: sarà l’imputato a raccontare la sua verità. Che sino ad oggi è stata quella di rigettare ogni accusa.

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