Lavori all’asilo Rodari, bimbi spostati alle De Amicis. Vergiate 2030: «Forte disagio»

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VERGIATE – «Si è adottata, intuisco, la soluzione più semplice. Ma peggiore: un accorpamento forzato e imposto, in uno stabile già al limite delle possibilità». Così il consigliere di minoranza Romano Balzarini, capogruppo di Vergiate 2030, sul temporaneo trasferimento dei bimbi che frequentano l’asilo comunale Gianni Rodari alle elementari De Amicis. Il motivo, come già annunciato dal sindaco Daniele Parrino, è permettere lo svolgimento dei lavori di riqualificazione completa dell’edificio con i fondi Pnrr.

«Ci sarà un forte disagio»

Balzarini ha presentato un’interpellanza per avere chiarimenti in consiglio comunale stasera, 28 aprile. Partendo dal numero dei bimbi che frequentano le due scuole: 73 alle Rodari e 155 nelle otto classi delle De Amicis. Quindi sulla possibile ripartizione degli spazi per permettere le attività. Il commento del consigliere di Vergiate 2030: «I più grandi avranno due bagni invece che tre (e i bambini delle classi prima, seconda e terza ne avranno uno solo a disposizione)». Di più: «Dovranno tutti fare la mensa in aula e (si presume) uscire in corridoio per la pulizia degli ambienti». Quindi, di fatto, chi frequenta le elementari dovrà «convivere sotto lo stesso tetto con bimbi anche molto piccoli, che hanno esigenze e abitudini completamente diverse. E avranno spazi usualmente dedicati alle attività fuori dall’aula che sono compressi e compromessi». E ancora: oltre a «fare attività in aule mensa o nel corridoio», c’è anche la questione insegnanti e personale scolastico: «Si troverebbero, a quanto pare, senza il bagno dedicato e senza l’aula per le attività non formative, dovendo usare quella di informatica». Infine i dubbi su «come verrà gestita l’infermeria». In sintesi: «È facile prevedere che ci sarà un forte disagio sia per l’asilo Rodari sia per la De Amicis».

Le richieste di chiarimento

Da qui, una serie di domande rivolte all’amministrazione comunale. Per sapere «quali sono i validi motivi per cui non sono state trovate o vagliate soluzioni alternative». O perché «quando ci sono stati gli open day non è stato detto niente e si è permesso che i genitori iscrivessero i loro figli nelle scuole interessate dall’accorpamento». Fino a capire «come intende il Comune giustificare l’assenza di servizi importanti per le attività e garantire l’insonorizzazione degli spazi in modo che le due suole non si creino disturbo a vicenda». Non solo: «Quali sono state le garanzie del dirigente scolastico, che si è assunta la responsabilità di accettare una simile soluzione? Quali erano le esigenze riscontrate per questi lavori al Rodari (che appare in realtà più moderna della De Amicis)». E infine i chiarimenti su «quanto si pensa che realisticamente possa durare, in mesi, l’accorpamento». Chiedendo anche se è stata valutata la possibilità «di acquistare o affittare una struttura temporanea prefabbricata da affiancare alla De Amicis».

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