25 Novembre, 3 Sos a settimana ai Centri antiviolenza di Legnano e Castano Primo

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CERRO MAGGIORE – Nei primi 9 mesi di quest’anno, ben 114 donne hanno contattato i Centri antiviolenza Filo Rosa Auser di Legnano e di Castano Primo: in pratica, 3 ogni settimana. Di esse, 73 sono state accolte e prese in carico, mentre per altre 35 utenti degli anni precedenti è proseguita la presa in carico nell’anno corrente. Sono alcuni dati resi noti oggi, giovedì 25 novembre, dal Comune di Cerro Maggiore e dalla Rete antiviolenza Ticino Olona in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne (nella foto sopra).

È seguita, nel cortile del Palazzo comunale, l’interpretazione di “Ci sono donne” ad opera di Michela Cogliandro della Compagnia dei Gelosi davanti ad alcune classi delle scuole medie cittadine (sotto), oltre alla collocazione nella stessa sede di una panchina rossa.

Rete antiviolenza: Legnano Comune capofila

cerromaggiore legnano violenza donne«Ci siamo poste la domanda “25 novembre: perché?” – ha spiegato il sindaco di Cerro, Nuccia Berra – e la risposta è tanto semplice quanto drammatica: il nostro compito non è finito. I numeri sono allarmanti e la pandemia non ha aiutato, anzi i casi di violenza sono aumentati per la convivenza forzata dei nuclei familiari. Dal 2013 siamo Comune capofila della Rete antiviolenza, compito che abbiamo svolto con passione e attenzione anche con la collaborazione di tanti validi volontari. Ora passiamo il testimone al Comune di Legnano per la volontà di fare rete, per mettere in comune esperienze e risorse e apportare valore aggiunto alla Rete».

Nel raccogliere il testimone, l’assessore legnanese alle Pari opportunità, Ilaria Maffei, ha osservato come fino ad oggi sia stato fatto «un lavoro prima silenzioso, che col tempo ha preso voce e vigore. Dobbiamo continuare il nostro impegno: un ruolo importante, che diventa sempre più difficile per comuni piccoli. La violenza è l’iceberg di un discorso molto più ampio che parte dagli stereotipi sulla differenza di genere. Questo lavoro di contrasto si deve fare soprattutto nelle scuole e sensibilizzando i cittadini».

Bartoccetti: «Denunciare non basta»

La Rete antiviolenza Ticino Olona comprende 51 comuni di Legnanese, Castanese, Magentino e Abbiatense per 470.000 abitanti; vi collaborano Asst, scuole, Procura, forze di polizia, sindacati, enti consortili che gestiscono i servizi sociali per i comuni e associazioni del terzo settore. Cuore della Rete sono i 2 Centri antiviolenza di Legnano e di Magenta, cui si aggiungono gli “sportelli antenna” di Castano Primo e di Abbiategrasso e diverse comunità di accoglienza.

Per Antonella Manfrin di Filo Rosa Auser «si è rivelata utilissima la reperibilità telefonica h 24, come il contributo dell’Asst per un intervento fin dall’arrivo in pronto soccorso, nel caso di lesioni dovute a violenze fisiche, attraverso psicologi per aggirare la paura a rivolgersi a un centro di ascolto dedicato: le vittime vengono trattenute in ospedale per il tempo necessario a trovare una soluzione».

«Obiettivo dei Centri antiviolenza – ha tenuto a puntualizzare Stefania Bartoccetti di Telefono Donna – è l’uscita della donna da essa, lo sviluppo della sua autonomia e il rientro nella società. Non è detto che la denuncia delle violenze sia indispensabile (occorre descrivere fatti precisi e circostanziati), talvolta le donne hanno paura o sono un po’ rassegnate. Non spingiamole a denunciare quando, se tornano a casa, si espongono alla vendetta del marito o del compagno. Se lo fanno, devono essere aiutate da un Centro antiviolenza che le affianchi e le sostenga in ogni passo, per guadagnare l’uscita verso una nuova soluzione, e non lasciate nemmeno dopo che è finita la presa in carico».

Il marito primo autore di violenze

Tornando ai dati dei primi 9 mesi di quest’anno, le 56 donne prese in carico a Legnano sono di ogni età (dai 18 a più di 60 anni) e per due terzi italiane; il 37% è nubile, una pari percentuale sposata e le altre separate, divorziate, conviventi o vedove. Nel 69% dei nuclei familiari sono presenti figli. Più della metà sono occupate, mentre nel 43% dei casi l’autore delle violenze è il marito. I maltrattamenti più frequenti sono psicologici.

Gli interventi erogati dal Centro di Legnano sono stati: monitoraggio (71), accoglienza (56), consulenza legale (47), consulenza psicologica (22), messa in protezione (4), invio servizio (3); nel Castanese: monitoraggio (25), accoglienza (17), consulenza psicologica (2) e messa in protezione (2). Le 6 messe in protezione complessive hanno riguardato una donna di Nerviano con due minori, una di Busto Garolfo anche lei con due minori, una di Buscate con 3 minori, una di Castano Primo sola e due di Legnano, una sola e l’altra con due minori.

In tutto, le donne seguite da gennaio a settembre sono 13: 5 in strutture mamma-bambino, 4 in strutture di primo livello, 2 in strutture di secondo livello, 1 in contesto di semi autonomia e l’ultima è tornata nella sua abitazione in totale autonomia rispetto al maltrattante.

Una donna o un minore protetti da violenze domestiche ogni mese a Cerro

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