Malpensa, passeggeri a terra. L’avvocato spiega come ottenere il risarcimento

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MALPENSA – Tre voli cancellati e centinaia di persone rimaste a terra. Non è stato un fine settimana semplice quello appena trascorso a Malpensa, tanto che anche Enac ha aperto un’indagine nei confronti delle due compagnie coinvolte. Ma quali diritti hanno in questi casi i passeggeri coinvolti? E come devono fare per ottenere ciò che spetta loro? Sono le domande che più di sovente vengono rivolte a Luca Viapiano, avvocato di Bologna  specializzato in diritto della navigazione, con particolare riguardo al trasporto aereo. Da oltre vent’anni si occupa altresì del risarcimento danni da vacanza rovinata.

Avvocato Viapiano, partiamo dalle basi. Quando un passeggero può ottenere un risarcimento?
«In caso di cancellazione sempre, per i ritardi sopra le tre ore. Questo vale per tutte le compagnie europee. Per i vettori extra Ue la strada è un po’ più complicata, perché anziché il Regolamento Ue 261 in alcune circostanze vale la Convenzione di Montreal, molto più stringente in quanto va provato il disagio patito».

Che cosa bisogna fare quando si rimane a terra?
«Innanzitutto bisogna avere la prova della cancellazione. Dico questo perché ci sono compagnie, anche italiane, che nei casi di forte ritardo o cancellazione, non forniscono i dati dei loro voli ai provider. Una foto al tabellone in aeroporto, dunque, è fondamentale. E poi bisogna conservare la carta d’imbarco, la prova che si era effettivamente in aeroporto e dunque si è patito il disagio».

Ma se a causa della cancellazione di un volo un passeggero non riesce a raggiungere la meta prescelta per le vacanze, la compagnia rimborsa anche i soldi dell’albergo e le altre spese sostenute prima della partenza?
«Se acquisti un pacchetto con un tour operator, sei molto più tutelato perché risponde il tour operator fino al rimborso integrale del viaggio e delle ferie non godute».

E per il turista faidate, come diceva il celebre spot dell’Alpitour?
«In questo caso sei rovinato. Albergo, macchina noleggiata, escursioni prenotate prima della partenza: se non hai la cancellazione gratuita perdi tutto e non puoi rivalerti sulla compagnia».

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Ma è vero che tante compagnie, soprattutto quelle low cost, se hanno l’aereo mezzo  vuoto preferiscono annullare il volo piuttosto che viaggiare in perdita?
«Sì, purtroppo succede spesso. L’Agcm ha multato diverse compagnie in passato per questo motivo. Anche l’Enac può intervenire, ma purtroppo soltanto con sanzioni alla compagnia. Nulla dunque torna come risarcimento al passeggero danneggiato».

Le compagnie aeree, insomma, se possono fanno le furbe.
«Certamente. In caso di cancellazione del volo o di ritardo superiore alle tre ore le compagnie devono risarcire il passeggero, con cifre che vanno dai 250 ai 600 euro in base alla lunghezza della tratta, oltre naturalmente alla riprotezione. Possono esimersi soltanto in caso di evento eccezionale. Ma qui ci giocano ampiamente. Un guasto, per esempio, non è un evento eccezionale. Anche un temporale non è un evento eccezionale, può semmai giustificare un ritardo. Anche lo sciopero del personale non scusa, ma in questo caso le compagnie resistono fino alla fine, dunque fare causa diventa rischioso».

Ha qualche esempio?
«Tantissimi. Una nevicata in pista del 4 gennaio non scusa un ritardo il 6, due giorni dopo. Eppure ci hanno provato. Oppure c’è una compagnia che ha giustificato la cancellazione di un volo Milano-Sharm con lo sciopero dei controllori francesi. Mi spiegate cosa diavolo c’entra?»

Conviene dunque assicurarsi prima di volare?
«Io non mi assicuro mai. Perché sulle clausole inserite nelle polizze bisognerebbe dedicare un’altra intervista».

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