Mesenzana, lo psichiatra Armocida: «Non è follia. E’ crudeltà della mente umana»

VARESE – «Nella mente di queste persone non vi è traccia di malattia. E’ crudeltà, cattiveria insita nella mente umana. So che è difficile pensare a un padre “normale” che uccide i propri figli. Purtroppo però la natura umana è capace di queste atrocità». Chi parla è il professor Giuseppe Armocida, medico psichiatra con specializzazione in Medicina legale.

Padri, separati e assassini

Mesenzana via Pezza. Ma qualche mese fa, Morazzone via Cuffia, dove abitava Davide Paitoni, altro padre separato e assassino. E più indietro nel tempo, anno 2004, Busto Arsizio. Episodio quest’ultimo richiamato proprio dal professor Armocida. «Un omicidio brutale – racconta – dove i due figli, tornati dalla Germania dove stavano con la madre, sono stati uccisi». Da Roberto Guaia, a quell’epoca 41enne e anche lui, altro dettaglio comune ai recenti episodi, separato.

Pazzesco è il reato, non chi lo commette

Professor Armocida, non può essere che un padre “normale” uccida i propri figli. Cosa accade nella mente di chi arriva a compiere un simile gesto?
«Cercare nella mente di queste persone il segno di una patologia in moltissimi casi è inutile. Per il semplice fatto che non c’è. Sono gesti dettati semplicemente dalla crudeltà di menti crudeli, cattive, ma non malate».

Non c’è malattia psichiatrica. Sta dicendo questo?
«Esatto. Mi rendo conto che per tutti è difficile pensare, o anche solo immaginare, che un uomo sano di mente possa commettere un tale reato. Ma purtroppo, in moltissimi casi, è così. La natura umana è capace di queste crudeltà incomprensibili e la disciplina psichiatrica ci porta a dire che si tratta di menti cattive».

Possiamo parlare di pazzia allora?
«E’ il senso comune che ci porta a definire “pazzi” coloro che agiscono in questo modo. Ma, lo ripeto, non sono pazzi. In realtà sono sani. E’ pazzesco ciò che commettono, non loro».

Morazzone e, a distanza di pochi mesi, Mesenzana. In entrambi i casi uomini, 40enni e separati. Coincidenze o dettagli che potrebbero portare a trovare una spiegazione?
«Se restiamo nella nostra provincia, ma andiamo più indietro nel tempo, ricordo anche il tragico episodio di Busto. Anche in quel caso un padre uccise i suoi figli. Ed era separato. Sono atti contro natura ed eclatanti. Ma, per restare all’interno di una coppia, chissà in quante altre situazioni viene esercitata la cattiveria umana. Eppure in questi casi, che spesso non emergono, non si parla di follia».

Professor Armocida, forse si parla di follia per dare una spiegazione all’attimo in cui una persona “perde la testa” e si trasforma in assassino dei suoi figli. E’ così?
«Non ho elementi per parlare di quanto accaduto a Mesenzana. Ma nel corso della mia professione ho avuto modo di studiare diversi casi simili. E in tutti non si può parlare di delitto d’impeto. Queste sono azioni, in genere, pensate e meditate».