Le elezioni salveranno (a parole) gli ospedali di Busto e Gallarate

ospedali busto gallarate
Gli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate

Ci saranno mille e una ragione per spiegare il progressivo depauperamento degli ospedali che fanno capo all’Asst Valle Olona, cioè i nosocomi di Busto Arsizio, Gallarate e Saronno, ma ciò che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti. Con un dato incontestabile: la fuga dei medici verso lidi professionali meno precari. Emanuele Antonelli, primo cittadino bustocco, annuncia di voler interessare della questione il neo assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso. Lo chiamerà, anticipa a Malpensa24, dopo la notizia che Marco Merlo, ortopedico di prestigio del Circolo di via Arnaldo da Brescia, ha dato le dimissioni per pensionarsi in anticipo rispetto ai termini di legge. Decisione che fa seguito ad altre analoghe (Caico, primario cardiologo a Gallarate) e apre una serie di considerazioni per nulla rassicuranti sulla tenuta professionale all’interno degli ospedali gestiti dall’Asst in questione.

Strutture sanitarie tutte interessate da defezioni che, giudicate da un’altra prospettiva, equivalgono (equivarrebbero) a una fuga di massa. Con conseguenti ripercussioni sulla funzionalità e sull’efficienza delle prestazioni, al netto delle motivazioni che hanno determinato questa sorta di diaspora dei camici bianchi e il ridimensionamento o addirittura la chiusura di diversi reparti.

Motivi che rimandano quasi tutti alla difficile gestione di due presidi, Busto e Gallarate, destinati ad accorparsi nel nuovo ospedale in via di progettazione. Prospettiva che determina da subito e per forza di cose la razionalizzazione dei servizi. Traduzione: tagli inevitabili dei doppioni, a fronte però di tempi dilatati rispetto alla futura struttura che arriverà quando arriverà, forse tra una decina d’anni.

A tutto ciò si somma la cronica carenza di medici, problema nazionale che in un contesto come quello bustocco e gallaratese diventa ancora più pressante e penalizzante. Pleonastico sottolineare che a patirne le spese sono la qualità e la quantità dei servizi offerti e, quindi, i cittadini.

Un tale scenario si trascina oramai da qualche anno, senza che nessuno vi abbia messo mano con convinzione nonostante le tante prese di posizione pubbliche. La direzione generale dell’Asst fa quello che può, tranne i miracoli. La Regione Lombardia, a cui compete la gestione della sanità, promette, rassicura, progetta, inaugura, riforma, senza mai centrare l’obiettivo. Cioè un intervento, pensato e voluto, che possa traghettare senza ulteriori scossoni i due nosocomi fino alla conclusione dei lavori di quello nuovo. A volte, Palazzo Lombardia sembra straparlare nel mezzo di disagi che gli stessi operatori riconoscono e, anzi, rendono noti nel tentativo di sensibilizzare i vertici regionali. Denunce sempre sottotraccia per evitare sanzioni. Sempre con circospezione a fronte di esponenti politici ai quali sono spesso legati a filo doppio e che non ammettono contestazioni di alcun tipo.

Che cosa possa fare Bertolaso nell’immediato, non siamo in grado di dirlo. Antonelli gli sottoporrà la questione, benché sia necessario un fronte unico dei sindaci del comprensorio per fare pressione sull’ente regionale. Ma mettere d’accordo troppe teste è impossibile nel nostro Paese, anche su una faccenda comune a tutti e che, appunto, richiede il coinvolgimento di tutti. Se ne caverà un ragno dal buco? Scusateci, ma siamo pessimisti. Nonostante alle viste ci siano le elezioni regionali e i politici si sbatteranno per dire, ridire, inondarci di parole e paroloni sulle eccellenze della sanità lombarda. Alcune delle quali sono incontestabili, al pari delle attese anche di dodici ore in un pronto soccorso per essere visitati da un medico.

ospedali busto gallarate – MALPENSA24