Cardiologia di Gallarate a rischio chiusura: se ne vanno il primario e numerosi medici

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GALLARATE – “Chiude la Cardiologia del Sant’Antonio Abate”. E’ una voce insistente sul futuro dello storico reparto ospedaliero. Ma anche una voce allarmante per tutto ciò che si porta appresso. Appunto, una voce. Nata dalle notizie di una serie di dimissioni e pensionamenti dei cardiologi in servizio, tra cui il primario Ivan Caico. Tutto questo però non porterà, almeno per ora, al ridimensionamento dei posti letto né, tanto meno, alla chiusura definitiva con il trasloco a Busto Arsizio, come si sta dicendo in giro. Quanto meno non accadrà nulla di traumatico fino a primavera, quando il quadro delle “uscite” dei medici potrebbe concretizzarsi in modo irrecuperabile per l’ospedale gallaratese. A quel punto, come confermano fonti interne al nosocomio, potrebbero insorgere seri problemi di gestione. Fino a quel momento, però, la situazione dovrebbe rimanere sotto controllo.

Ivan Caico

Il condizionale è d’obbligo in un contesto ospedaliero attorno al quale si addensano da mesi nuvoloni sul suo futuro prossimo, alla luce del progetto dell’ospedale unico, in condominio con Busto, che comporta una immediata riorganizzazione dei servizi in attesa che venga realizzata la nuova struttura. Ma, quando? Questo il punto: date precise non ce ne sono, se tutto andrà come previsto se ne riparlerà tra una decina d’anni. Nel frattempo occorre gestire l’esistente. Compresa la fuga dei medici, di tutte le specialità, verso lidi ospedalieri meno precari.

Un po’ quello che accade alla Cardiologia, reparto che per decenni ha rappresentato una delle eccellenze del Sant’Antonio Abate. Che il primario Ivan Caico, in scia al lavoro del suo predecessore Roberto Canziani, ha continuato, rinnovando i risultati di professionalità e competenza di tutto il team. A novembre Caico però lascerà il reparto, andrà in pensione. Dopo di lui hanno annunciato il collocamento a riposo o le dimissioni altri colleghi, con richieste già presentate in serie fino a marzo. Sei, sette persone in meno che porterebbero l’organico dei medici di Cardiologia a una quota insufficiente a garantire le prestazioni.

L’Asst Valle Olona ha già bandito i concorsi per le sostituzioni, compresa quella del primario. Le adesioni però non ci sono, i cardiologi, e non soltanto loro, pare evitino Gallarate. Con tutte le conseguenze del caso. La direzione generale dell’azienda ha in evidenza la questione. Sono in programma riunioni per trovare soluzioni, quanto meno fino a primavera. Dopo di che, potrebbe anche succedere che la Cardiologia di Gallarate debba essere traslocata a Busto Arsizio. Ma fino ad allora le prestazioni saranno (dovrebbero) essere assicurate. In sintesi, la Cardiologia non chiude. Per ora.

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