A Busto scintille in consiglio. La maggioranza boccia ancora la consulta sanità

BUSTO ARSIZIO – Il regolamento sulle consulte provoca scintille tra maggioranza e opposizione nell’aula del consiglio comunale. Sugli emendamenti è muro contro muro, con tre diverse proposte di istituzione della consulta sanità che vengono “cassate” a colpi di maggioranza, e alla fine i gruppi di minoranza sbottano. Ma quando Gigi Farioli – a cui viene bocciato un emendamento sostanzialmente identico a quello, approvato, della maggioranza – parla di «meschinità», il sindaco Antonelli lo attacca: «Respingo al mittente. Forse meschini siete voi».

Scintille in aula

Alta tensione sul regolamento delle consulte. Il paradosso è che il tema era stato sollevato dalle opposizioni, dopo il flop della consulta giovani, e preso a cuore dall’assessore alle politiche giovanili Daniela Cerana che ha elaborato una proposta di modifica, poi oggetto di una discussione molto collaborativa in commissione. Ma nell’aula del consiglio questo scenario “bipartisan” è crollato sotto i colpi dei voti sugli emendamenti (16 in tutto) al regolamento, presentati dai vari gruppi di maggioranza e minoranza. Fino ad arrivare alla lite, in particolare tra il sindaco Emanuele Antonelli e il suo predecessore Gigi Farioli, capogruppo di PRL, sull’uso del termine “meschino”, già in voga da giorni nel dibattito politico dopo che lo aveva introdotto il capogruppo Pd Maurizio Maggioni a proposito della convocazione della commissione territorio a due mesi dalla richiesta dei gruppi di minoranza.

Meschino a chi?

A creare il “caso” è stata in particolare la scelta della maggioranza di bocciare un emendamento di Gigi Farioli sul ruolo del presidente del consiglio nell’insediamento delle consulte, sostanzialmente identico a quello presentato da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia, che invece è stato approvato. «Un vulnus gratuito – secondo il Dem Maggioni – la maggioranza che boccia un emendamento della minoranza con le loro stesse indicazioni e approva il loro, dà il segno del tipo di rapporto che c’è». Anche per Emanuele Fiore (misto) «non è molto bello come esempio». Ancora più duro Farioli, che parla di «pochezza, miseria e meschinità di chi opera in questo senso». Ma quando il capogruppo di Forza Italia Orazio Tallarida ricorda che «in ufficio di presidenza ho chiesto a Farioli di unire gli emendamenti e ha detto di no», il sindaco Antonelli ha chiesto la parola. Per dire che «alla luce di quello che racconta Tallarida, forse meschini siete voi e non noi. Mi sento offeso e respingo al mittente il discorso della meschineria». Poi Farioli ha precisato: «Non ho dato a nessuno del meschino, ho detto che sono state compiute meschinità. Votare lo stesso emendamento a favore o contro in base a chi lo propone è un atto meschino». E Antonelli ha ribattuto, a microfoni spenti: «Non mi prende per il c…».

No alle consulte sanità

È sugli emendamenti che si è creata la frattura tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra di governo ha dato il via libera alle due correzioni proposte da Lega-FI-FdI ma ha sistematicamente affossato tutte quelle presentate dai gruppi di minoranza, pur con qualche distinguo sui singoli emendamenti (Matteo Sabba della Lista Antonelli sempre astenuto, in diverse occasioni anche l’altro “antonelliano” Roberto Ghidotti e Max Rogora di Fratelli d’Italia mentre il capogruppo della civica del sindaco Marco Lanza non partecipa al voto degli emendamenti di maggioranza firmati solo dagli alleati). Tra le proposte bocciate, i tre distinti emendamenti presentati dalle minoranze per chiedere di inserire nell’elenco delle consulte anche un organismo dedicato al tema della sanità, come era già stato tentato mesi fa per discutere in particolare del nuovo ospedale: il gruppo PRL di Farioli la chiamava “consulta sanità locale e territoriale”, il gruppo misto di Emanuele Fiore “consulta salute e ambiente” e il Pd “consulta sanità e riforma sanitaria”. Accomunate dal fatto di essere state bocciate.

Opposizioni contro

Una chiusura sugli emendamenti che ha fatto arrabbiare i gruppi di minoranza. Per Maggioni (PD) «oggi si è verificato che quello che si dà con una mano lo si toglie con l’altra». Per Farioli (PRL) «al di là della meschinità c’è anche una profonda irresponsabilità e contraddizione rispetto allo Statuto. Con questo regolamento è come se le consulte fossero un organo dell’esecutivo mentre sono a supporto del consiglio o meglio della città». Santo Cascio (Progetto in Comune) contesta «la logica della forza dei muscoli. Un’assenza di democrazia che è un’offesa anche nei confronti del lavoro degli assessori». Gianluca Castiglioni (BaC) ricorda che «abbiamo fatto appunti che non sono stati tenuti in considerazione». Dalla maggioranza invece Matteo Sabba si esprime in dissenso: «Voterò contro, perché è stata una cosa dettata dalla minoranza di cui potevamo fare a meno. Siamo sempre stati abbastanza forti, si poteva evitare». Ripreso da Castiglioni: «È la seconda volta che Sabba ci taccia. Se proponiamo non va bene, se non proponiamo non va altrettanto bene, non capisco come siamo qui a fare, se non a fare proposte da discutere». Al voto prevale la forza dei numeri: maggioranza e Fiore favorevoli; Pd, PiC, BaC e Sabba contrari; PRL non partecipa.

Il bis sul regolamento sport

Il film si ripete sulla votazione del regolamento per i contributi sportivi. «La montagna ha partorito un topolino – tuona Gianluca Castiglioni (BaC), che aveva sollevato per primo la questione con una proposta di delibera di modifica – non è altro che l’antico regolamento, con qualche revisione burocratica. Un’occasione persa da un’amministrazione disponibile al dialogo solo a parole e dall’idiosincrasia dell’assessore verso qualsiasi idea di partecipazione». Anche questo punto non manca la tensione: mentre risponde Artusa, Castiglioni si alza ed esce polemicamente dall’aula, con il sindaco Antonelli che chiede all’assessore di accelerare per «non perdere tempo» e Artusa che ironizza: «Fa bene ad andarsene». Sulla richiesta di discutere le linee di indirizzo per la distribuzione dei contributi in commissione invece l’assessore Artusa ribatte: «Non è chiusura ma le questioni sullo sport si discutono già nel DUP, con ampio dibattito». Agli emendamenti e al voto, anche in questo caso, prevale la forza dei numeri della maggioranza.

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