Aggressioni negli ospedali, quando la polizia non basta

ospedali posti polizia

Una volta tanto, una notizia positiva. L’ha comunicata il questore Michele Morelli durante la Festa della Polizia di Stato: negli ospedali di Busto Arsizio e Gallarate riapriranno presto gli uffici distaccati dei rispettivi commissariati cittadini. Una decisione indotta da una circolare del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che appunto invita le questure a riproporre i presidi interni ai nosocomi in funzione delle tante, troppe aggressioni agli operatori sanitari da parte di balordi e da utenti esasperati o semplicemente intolleranti per le più disparate ragioni. Fenomeno in preoccupante crescita in tutta Italia che, proprio in provincia di Varese, sta assumendo contorni emergenziali. Le cronache locali traboccano di episodi di violenza pura, ma anche di intrusioni notturne di homeless in cerca di un rifugio, persone senza fissa dimora che scambiano i sotterranei degli ospedali e, spesso, persino i reparti per occasionali ripari. Scontate le conseguenze di mancata sicurezza e d’igiene che tutto ciò comporta.

Soltanto alcuni giorni fa, Eugenio Porfido, direttore generale dell’Asst Valle Olona, ha fatto appello alle autorità istituzionali affinché agissero a tutela dell’incolumità del personale medico e paramedico e dei pazienti stessi, riaprendo i posti di polizia. Presa di posizione che si aggiunge all’esposto presentato dallo stesso Porfido alla procura della Repubblica per responsabilizzarla su una questione che, manco a dirlo, sconfina abbondantemente nel penale. Non si conoscono le determinazioni della magistratura, supponiamo però che l’allarme lanciato dal direttore generale dell’Asst abbia messo sull’avviso gli uffici giudiziari di largo Giardino, a Busto Arsizio.

Nel frattempo arriva l’annuncio del questore Morelli. Si può ritenere che la presenza di un paio di poliziotti a fare la guardia accanto ai pronto soccorso, i reparti più esposti alle aggressioni al personale, funzionerà di sicuro da deterrente per gli esagitati. Sul versante della sicurezza, è qualcosa di più di un passo in avanti. Però, c’è un però. Gli agenti da impegnare in questo particolare servizio saranno scelti tra quelli in forza nei commissariati delle due città, Busto e Gallarate. Quindi, sottrattati alla normale attività di uffici cronicamente a corto di personale, oberati da incombenze che richiederebbero organici ben più consistenti; a cominciare dal monitoraggio del territorio che, è vero, non è assediato dalla delinquenza, ma riflette un disagio sociale che obbliga le forze dell’ordine a una costante vigilanza. Senza contare le esigenze burocratiche di uffici che, per esempio, impiegano mesi per consegnare un passaporto.

E allora, la buona notizia di Michele Morelli rischia di essere poi vanificata nella pratica. Come possiamo pensare che i posti di polizia negli ospedali possano rimanere in funzione anche nelle ore notturne? Quando, di notte, può accadere di tutto per il girovagare negli ospedali dei cosiddetti “invisibili”, che poi tanto invisibili non sono.  Una questione irrisolvibile, dunque? D’altra parte non si può muovere l’esercito rispetto a un problema che va al di là del mero ordine pubblico, che chiama in causa la gestione della sanità nel suo complesso, dai tempi biblici per un esame strumentale o per una visita, fino alle attese nei pronto soccorso prima di poter superare il triage e, infine, per ottenere l’eventuale ricovero.

Lo scenario è molto complesso a fronte delle esigenze (pretese) dei cittadini e del disagio professionale di sanitari sempre sotto stress. Ci sarebbe bisogno, oltre che della presa d’atto delle autorità, anche di una presa di coscienza collettiva che recuperi il rispetto reciproco. Ma in una società che di giorno in giorno diventa sempre più intollerante e a una classe dirigente che volge al mediocre e non risolve i veri problemi, forse è chiedere troppo.

ospedali posti polizia – MALPENSA24