Al Pirellino, Case della comunità e nuove tecnologie: come cambia la sanità

VARESE – La Riforma sanitaria nel concreto: dalle Case della comunità, al rapporto tra ospedale e territorio. Ma anche la “leva” delle nuove tecnologie. Strumenti sui quali bisognerà investire, ma anche credere e utilizzare per accompagnare il paziente e i suoi famigliare lungo il percorso di cura. Strumenti utili ad aumentare la qualità operativa dei medici «in un sistema – ha detto Emanuele Monti – come quello lombardo che è e continuerà a essere un punto di eccellenza.

Si è tenuto oggi (lunedì 21 marzo)al Pirellino di Varese il primo di una serie di incontri sul tema della Riforma sanitaria di Regione Lombardia. L’appuntamento, promosso dal consigliere regionale e presidente della Commissione Sanità al Pirellone Emanuele Monti, ha visto tra i relatori il direttore generale dell’Asst Sette Laghi Gianni Bonelli, il professor Paolo Grossi, direttore delle Malattie infettive al Circolo e membro del Consiglio superiore di Sanità; Battistina Castiglioni, direttore Dipartimento Cardiovascolare Asst Sette Laghi; Elio Carrasi, Dirigente Ufficio territoriale di Regione Lombardia. In sala erano presenti medici dell’Asst.

Monti: «Siamo e saremo punto di riferimento».

Territorio e ospedale, come cambia il rapporto

«Finalmente inizia a occuparci di gestione di tutte le attività e dei servizi senza più un’unica area che assorbe tutti i servizi e tutte le prestazioni – ha spiegato Gianni Bonelli, dg dell’Asst Sette Laghi – Credo anche che, attraverso lo strumento e i fondi del Pnrr questo sia un momento irripetibile».

Sulla riforma, il primo nuovo paradigma è che la cura inizia a casa del paziente stesso. «Questo comporta condivisione dei percorsi di cura – ha continuato Bonelli – ma anche visione. Oltre al fatto che il nuovo approccio comporta investimenti in nuove tecnologie che permetta di seguire il paziente in ogni luogo».

Nuove tecnologie che possono da un lato sostenere i famigliare del paziente, dall’atro “aiutare” i medici. «Insomma, si fa presto a parlare di telemedicina. Ma la sfida è far sì che questo concetto piuttosto nuovo diventi “organico” e utile al percorso di cura».

Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive

«Questa pandemia – ha spiegato il professor Grossi – è stata uno stimolo per la creazione di un centro di questo genere e la Lombardia è la prima regione a promuovere una struttura di questo tipo. Che deve operare in sinergia anche con le università e deve lavorare sulla prevenzione, per far sì che, in caso di bisogno, non ci si trovi impreparati».