Allarme per l’ospedale unico Busto-Gallarate: “E’ a rischio. Colpa del caos politico”

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gli attuali nosocomi di Busto Arsizio e Gallarate

MILANO – Vero? Falso? Il dubbio lo insinua Nino Caianiello, plenipotenziario berlusconiano in provincia, contiguo alle vicende politico/amministrative del territorio benché non ricopra incarichi istituzionali. Per dirla in un altro modo, è uno che, perlomeno sulla carta, le cose le sa. Così, nel suo intervento domenicale su Facebook, la tradizionale lenzuolata nella quale esterna, pontifica, prevede, giudica e annuncia, pone un punto interrogativo sulla realizzazione dell’ospedale unico tra Busto Arsizio e Gallarate. In sintesi: le indeterminatezze del governo gialloverde minirebbero alla base l’intervento sanitario programmato dalla Regione, opera che Palazzo Lombardia considera prioritaria e irrinunciabile ma, a questo punto, soggetta agli sviluppi (negativi) dell’azione di governo.

Uovo al peperoncino per Fontana

Possibile? In cassa ci sono già 300 milioni di euro, destinati appunto al futuro ospedale. Soldi elargiti proprio attraverso canali governativi. Secondo l’esponente forzista, però, denaro che potrebbe anche non essere più nelle disponibilità della Regione. Caianiello ne parla all’interno di una singolare presa di posizione sullo scenario politico nazionale, in cui “regala” uova di Pasqua confezionate a secondo dei destinatari. Per Attilio Fontana, governatore leghista lombardo, l’uovo è al peperoncinio. Testuale da Facebook: “Fontana si trova a gestire con il centrodestra (con cui ha trionfato un anno fa alle elezioni) un governo giallo-verde che gli nega l’autonomia, gli blocca i fondi per il trasporto pubblico e per la sanità e non lo pone in condizioni di far partire un cantiere. Tra l’altro, mettendo seriamente a rischio la fattibilità concreta del nuovo ospedale di Busto Arsizio-Gallarate, che era uno dei progetti strategici. Come dire, fare attenzione agli effetti collaterali”.

Subito un chiarimento

Probabilmente, Nino Caianiello forza la questione in chiave pre elettorale. Forse spinge sull’acceleratore per gettare discredito sugli avversari politici, a cominciare dai leghisti, alleati con Berlusconi in Regione, suoi competitor al governo. Forse. Resta il fatto che al di là del pessimismo più o meno interessato e strumentale espresso su Facebook, le opere pubbliche in Italia hanno procedure ondivaghe, esposte ai quattro venti della politica e della burocrazia. Spesso non arrivano neanche al progetto esecutivo o, altrettanto spesso, rimangono vergognose incompiute, fonte di colossali sprechi. Gli esempi si sommano e sono a tutti noti. Il punto è che attorno all’ospedale unico si sono create diverse aspettative per l’efficienza e la funzionalità dell’assistenza sanitaria nel Basso Varesotto. Il quadro di riferimento dice di una situazione difficile di convivenza tra i due ospedali di Busto e Gallarate, ora riuniti in un’unica Asst. La soluzione gestionale e assistenziale passa appunto dal futuro nosocomio. Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera hanno sempre garantito che nulla condizionerà la realizzazione dell’opera. Ciò che succede a Roma, con decreti e norme che vanno e vengono, soggetti alle ubbie dei partiti, lascia però spazio alle perplessità. Chi di dovere, chiarisca al più presto.

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