Masterplan Malpensa, gli ambientalisti a Giorgetti: «Vuole zittirci col decreto»

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MALPENSA – «Non è accettabile un’interferenza politica riguardo a decisioni tecniche ineccepibili e super partes», dice Arturo Bortoluzzi, presidente dell’associazione “Amici della terra”. «Una cattiva gestione, il cui fine è stato sempre quello di macinare utili senza riguardo al territorio, all’ambiente e alla popolazione», affonda Unicomal. Gli ambientalisti tornano alla carica dopo l’evento “Sostenibilità in azione per il futuro” all’hub Dhl Express Italy di Malpensa, dove il ministro per l’economia Giancarlo Giorgetti ha insistito per procedere con una proposta di un decreto che aggiri lo stop del ministero dell’Ambiente all’espansione della Cargo city prevista nel Masterplan.

«Interferenza inaccettabile»

Per Bortoluzzi «la decisione della commissione non ha alcun elemento perché possa essere sindacata», scrive in una nota rivolta non solo a Giorgetti ma anche al governatore lombardo Attilio Fontana e al presidente provinciale di Confcommercio Rudy Collini. «Non è accettabile un’interferenza politica riguardo a decisioni tecniche ineccepibili e super partes. Al di là delle opinioni nel merito, mettere in discussione i suoi esiti e delegittimare gli organismi tecnici significherebbe consegnare la valutazione ambientale alla pura discrezionalità dei decisori politici». E ancora: «Che senso ha che urlino allo scandalo ipotizzando di elevare l’espansione Cargo a “interesse nazionale” con un decreto che metta a tacere chiunque voglia tutelare la brughiera, fosse anche un’istituzione dello Stato».

«Devastazione dell’habitat»

L’incontro all’hub Dhl è stato definito da Unicomal «una ripetizione di proclami, mezze verità e falsità, ribadendo il dogma dello sviluppi infinito e green, con la conseguente devastazione dell’habitat naturale e dei relativi ecosistemi». E se Giorgetti «minaccia di intervenire personalmente per allargare la Cargo city fuori sedime, contro il parere tecnico scientifico della Commissione Via», Unicomal risponde che «sappiamo che nel Masterplan esistono almeno due alternative valide (2 e 2A) a questo devastante allargamento». Di più: «I dati di crescita della Cargo danno, ad oggi, un calo del 10-12% rispetto all’anno scorso. Non si capisce quindi perché continuare a distruggere e cementificare». Fanno riferimento ai citati «strumenti green come automezzi elettrici e carburante Saf, come se questo sia la panacea di tutti i mali di Malpensa». E al fatto che «questo carburante produce un certo abbattimento della Co2 ma produce ugualmente altri inquinanti atmosferici». Fino alla domanda: «Quando nel 2035 i passeggeri, oggi stimati, saranno intorno ai 40 milioni – mentre nel 2022 sono stati 21.3 milioni – cosa faremo? In questo progetto non c’è una sola parola sulla tanto celebrata propulsione all’idrogeno, esaltata nel Pnrr, né c’è nessun accenno alla propulsione elettrica. Non c’è menzione sull’inquinamento atmosferico, né tanto meno sulla salute dei cittadini e dei lavoratori». Quindi si rivolgono al presidente Fontana che «parla di un tentativo di depotenziare Malpensa. Da parte di chi? Ma tace sulle responsabilità di una cattiva gestione il cui fine è stato sempre quello di macinare utili senza riguardo al territorio, all’ambiente e alla popolazione».

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