AQUILOTTO DELLA VALLE DEL SEVESO: “Lazio vincente con i ricami di Luis Alberto e Milinkovic”

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Teodor Nasi 

Immobile, ovvero il “goleador” napoletano praecox dura 8 minuti. Recupera un pallone rimpallato sui suoi piedi a centrocampo e poi cammina. Ufficialmente corre a testa alta. Ma passeggia. Dio non voglia si faccia male. Quando deve scattare e scartare passa al Tucu. E si pone, tomo tomo cacchio cacchio, a centro area di rigore del Parma assediato da un esercito di difensori e non che si pongono tra lui e Correa. Che fa filtrare comunque, da par suo, la palla verso l’immobile. Che da fermo muove il destro. Ciofeca.
Ma poi segna. E ‘sti cazzi. Luis Alberto piazza un assist che è un ricamo da sniper. Il Ciro inutile aspetta la palla e poi inizia la corsetta, sempre dritto, talllonato da un difensore. All’ultimo istante, per non rischiare di essere impiccato al pennone più alto dell’Olimpico, come quelli che sparano a occhi chiusi, butta lì la palla ad occhi chiusi di sinistro. Se Luis Alberto fosse il direttore Catelani direbbe a ragione: “il suo è culo, coglionazzo, la mia è classe.”.
Poi, dopo 8 minuti, un solo guizzo in un minuto sperduto del secondo tempo. Ovviamente tira da fuori area. Guai a scartare e scattare. Guai.
Il resto è una poesia, una sinfonia con interpreti il Tucu, SMS e Marusic. Quell’assist del secondo gol è degno di Caravaggio. Non è facile per un albanese essere felice che due slavi si esaltino, ma, per Dio, che gol!
Parma non esiste. Quando alza la testa c’è lo sgarrupato Strakosha. Efficace comunque. Dai, facciamo punti, su.

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