MALPENSA – Così come l’assassino torna sempre sul luogo del delitto, il truffatore milionario che nel 2010 ingannò un gioielliere tedesco con 70 mazzette di banconote false ha fatto ritorno a Malpensa. E gli agenti della Polaria, che all’epoca svolsero le indagini, lo hanno riconosciuto. Più magro di allora, più curato nell’aspetto e con un’identità diversa. Ma era lui. E lo hanno arrestato. Si tratta di un 34enne macedone di origine rom.
La prima truffa
La prima truffa risale al 2010. L’arguto macedone convinse un commerciante orafo tedesco, arrivato a Milano, a consegnarli con promessa di acquisto otto diamanti e un prezioso collier antico, risalente al 1850. Mostrò come garanzia una borsa contenente 70 mazzi di banconote autentiche, per un valore di 1,4 milioni di euro, ma al momento della consegna le sostituì con denaro falso.
La seconda truffa
Due anni dopo, sempre in aeroporto, incontrò un altro tedesco. Si disse interessato al procacciamento di gioielli, ne carpì la fiducia e lo convinse a consegnarli 15mila euro in contanti e monili di famiglia per un valore di 30mila euro. L’uomo venne denunciato, la Polaria indagò, lo identificò e lo denunciò alla procura di Busto. Ma lui era ormai già lontano.
L’arresto
Nel pomeriggio di ieri 2 maggio ha fatto ritorno a Malpensa. I poliziotti che sette anni fa indagarono su di lui lo hanno riconosciuto immediatamente mentre transitava davanti alla sala fumatori. «E’ proprio lui», si sono detti, nonostante avesse un passaporto regolare in cui non emergevano precedenti in banca dati. La verità è emersa con i rilievi fotodattiloscopici e la comparazione delle impronte digitali. Sul macedone pendeva un provvedimento restrittivo emesso dal tribunale di sorveglianza di Milano. Era diretto a Skopje, e invece il suo viaggio è terminato a Malpensa. Ora si trova in carcere a Busto Arsizio.