Battisti, esagerato entusiasmo

Giustizia è fatta. Ma l’entusiasmo per l’arresto e l’estradizione in Italia di Cesare Battisti, ex terrorista e assassino di quattro persone, potrebbe apparire sopra le righe, quanto meno sul versante politico. All’arrivo del capo di quelli che furono i Proletari Armati per il Comunismo, oggi 14 gennaio, all’aeroporto di Ciampino mancava soltanto la banda. C’erano tutti, ministri Salvini e Bonafede compresi, quasi una parata di regime. Tutti contenti di avere riportato a casa un personaggio che, paradossalmente, dà visibilità mediatica e non solo. Dichiarazioni, conferenze stampa, prese di posizione sui social, encomi e applausi: finalmente Battisti è ospite della patrie galere. Finalmente. Dopo quasi quarant’anni di latitanza. Un successo, ma siamo proprio sicuri?
La soddisfazione è legittima, attenzione però a non esagerare. Innanzitutto per le modalità dell’arresto, che, a guardar bene, non presuppongono un grande sforzo investigativo. Cesare Battisti, per le più disparate ragioni, è stato mollato dai governi sudamericani che sinora lo avevano protetto. Cambiato il vento in quei Paesi, qualcuno azzarda addirittura l’ipotesi che sia stato “venduto” dalla criminalità locale, con la quale si era fortemente indebitato. Se sia vero oppure no, probabilmente non lo sapremo mai.
I tanti anni di latitanza fanno pure supporre che egli, come altri ex terroristi ancora riparati all’estero, abbia in qualche modo goduto nel tempo della benevolenza di forze politiche e circoli intellettuali, che gli hanno costruito attorno un alibi ideologico, cercando di trasformarlo in un perseguitato politico. Cosa inveritiera, come si sa. Ma attorno alla quale Cesare Battisti ha campato, e bene, di fuga in fuga, dalla Francia al Brasile, fino all’atto finale di questi ultimi giorni. Connivenze più o meno interessate, e se avessero anche una matrice italiana? Non vogliamo neanche pensarlo.
Crollati tutti gli scudi, che rimangono appunto in piedi per una folta pattuglia di altri suoi “esimi colleghi”, Battisti è stato catturato. Legittima la soddisfazione, dicevamo. Il punto è che dovrebbe rimanere nel perimetro della moderazione, del “prenderne atto”, non foss’altro per rispetto delle vittime di questo signore e per i loro famigliari, che giustamente pretendono giustizia. Ma mai hanno chiesto che la fine della latitanza del killer dei loro cari si trasformasse in un motivo di eccitazione politica.
Sullo sfondo si intravvede il rischio che l’epilogo giudiziario di drammatiche e dolorose vicende del passato diventi un motivo di propaganda. Senza che la politica attuale ne abbia effettivo merito.

Battisti entusiasmo politica – MALPENSA24