Anziani, generazione perduta? No, arrabbiata

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di Gian Franco Bottini

Qualche giorno fa, sul Corriere della Sera, un articolo molto ben scritto rivolgeva la sua mesta attenzione a quella che veniva definita la “generazione perduta”, intendendo per tale quella fascia di “over 70”  che di vere generazioni in effetti ne comprende più di un paio e che è costretta a saziare , a proprie spese, la turpe voracità di questo coronavirus.

L’articolo in questione era un vero e proprio “coccodrillo”, il termine giornalistico per indicare quegli interventi in agrodolce, ed inevitabilmente un po’ manierati, che la stampa “deve” fare nel momento della dipartita di un personaggio di una qualche notorietà, che il giorno prima veniva magari citato per le sue vere o presunte nefandezze ma che il giorno successivo “deve” essere ricordato per quanto di, altrettanto vero o presunto , buono ha fatto in questo mondo.

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Gian Franco Bottini

L’articolo pare abbia creato il panico in tutti quei produttori che indelicatamente sono abituati a propinarci i loro spot televisivi che, dati i contenuti, non sempre sarebbero adatti al loro preferito orario dei pasti, e destinati a promuovere, proprio in quella fascia di età , vuoi i loro supercollaudati “collanti per dentiere”, vuoi le delizie delle “pillole blu”,vuoi i supersicuri “pannolini per le fastidiose perdite di urina”, i favolosi rimedi per evitare le false discese notturne in garage causate dai i ”fastidi della prostata”, le risalite di scala stile F1, le cinture vibranti per tentare una improbabile ricostruzione di addominali oramai sfatti, le favolose crociere uso love boat da pagarsi con il quinto della pensione e così via .

Si dice anche che nei grandi giornali il “cocodrillaro” si porti spesso avanti con il lavoro e abbia i cassetti pieni di semilavorati relativi a famosi personaggi di una certa età e magari di salute traballante, in modo di non essere colto impreparato dagli eventi e, con quattro ritocchi, lui possa così batter sul tempo la concorrenza.

Ma così non deve essere stato nel caso specifico e il giornalista ci è sembrato sinceramente coinvolto “di fresco” ma, malgrado ciò, dobbiamo confessare che il taglio dell’articolo e il termine “perduta”, che richiama una totale e definitiva dipartita dell’intera generazione, hanno creato in chi scrive, che di quella generazione fa parte , un fastidioso disappunto.

Quella è una fascia di età di consumati guerrieri che per ciò noi chiameremo familiarmente “coscritti”, e ne fanno parte alcuni che hanno sfiorato una vera guerra e conservano seppur sfumati ricordi delle sue nefandezze e dei suoi disagi. Molti che hanno vissuto, prima con i loro padri e poi anche personalmente, le vittoriose fatiche degli anni ‘50/’60 per la rinascita del Paese. Ancor in maggior numero coloro che hanno avuto la fortuna di vivere una esaltante gioventù nei “favolosi anni ‘80”.

Molti di loro hanno però vissuto, sulla loro pelle e con grande coinvolgimento, anche i terribili anni del terrorismo proprio quando parte di questa “generazione” era , e non metaforicamente ,“sotto tiro”; hanno vissuto, a cavallo degli anni ’70, dei travagliati cambiamenti nei rapporti famigliari, chi stando dalla parte dei padri e chi dei figli; hanno partecipato , spesso con straziante coinvolgimento personale, a determinanti battaglie sociali come il divorzio, l’aborto, il fine vita.

Tutti loro hanno subìto o superato,hanno comunque vissuto, almeno un paio di grandi crisi economiche che hanno messo in grande difficoltà il loro lavoro, i loro risparmi e quindi le loro famiglie . Negli  ultimi anni poi questi “coscritti” hanno avuto un ruolo sociale rilevantissimo, consentendo ai figli la possibilità di un lavoro grazie alla loro cura dei nipoti e spessissimo partecipando in maniera determinante, con le loro pensioni, al bilancio famigliare dei figli stessi. Senza dimenticare i rilevantissimi ruoli tutt’ora coperti da prestigiosi “coscritti” nell’ambito dell’industria, delle scienze, della cultura e della politica stessa.

Bene, e qualcuno può pensare che questa “generazione” sia da considerare “perduta”? Garantiamo che, seppur provata e fortemente ferita, questa generazione ci sarà anche nel momento della ripartenza e sarà là, a”giocarsela tutta” . Non è gente che ha molto tempo davanti per potersi permettere il piangersi addosso e, da buoni “coscritti” , siamo sicuri che saranno “ abili e arruolati” al momento che servirà.

Quello che temiamo però è che i nostri “coscritti” si possano scoprire un po’ incazzati perché, a ben pensarci, piuttosto che” perduti” potrebbero essersi sentiti “trascurati”, se non dimenticati, e alcuni episodi controversi, e ancora da chiarire, potrebbero aver alimentato un tale risentimento. Non sia mai che essi si possano sentire vittime di quella “cultura dello scarto” di cui parlava papa Francesco, perché, in tal caso, siamo certi che qualche “coccodrillo” lo saprebbero scrivere pure loro!

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