I meriti di “Giuseppi” tirato fuori dal mazzo

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di Gian Franco Bottini

“La scopa nuova, scopa meglio” , è un vecchio proverbio sudamericano che ha girato tutto il mondo ed in questi giorni soggiorna felicemente in Italia, dove ha trovato un clima propizio grazie alla nascita del nuovo governo. Vogliamo per chiarezza ricordare che non siamo mai stati sostenitori dei passati governi Conte, che di Renzi stimiamo alcune sue intuizioni politiche ma non il suo ego straboccante e che di Draghi siamo sempre stati forti estimatori, consci che dopo quella volta storica, nessuno ha mai più moltiplicato in quattro e quattr’otto i pani ed i pesci e chiedere di farlo ora a lui ci sembra eccessivo.

Ciò premesso, e a cose fatte, ci viene però una riflessione su quanto sia labile l’affetto della gente e su quanto sia mutabile l’animo umano, tanto da farci pensare che esso risieda nella pancia delle persone. Sappiamo benissimo di crearci molti nemici se diciamo che il professor “Giuseppi” è stato ingiustamente vittima di quanto sopra detto, ma pensiamo però di poter essere legittimamente criticati sull’”ingiustamente” ma non sulla realtà dei fatti.

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Gian Franco Bottini

Conte, nel giro di pochi giorni, da politico che i sondaggi dichiaravano essere il più amato degli italiani è entrato in un’area di disinteresse e, anzi, di espiazione per i guai che stiamo passando. Ricordiamo che Conte, emerito sconosciuto, un giorno fu pescato dal “mazzo” dal Presidente Mattarella, disperato per non trovare internamente al Parlamento la figura di un Premier. Quale fosse il “mazzo” lo dirà la storia; di sicuro però la debacle della politica era già nell’aria!

Preso per fare un mestiere non suo, nel giro di un paio di settimane Conte si è trovato ad interloquire in una lingua non sua, di cose fino al giorno prima a lui ignote e in un ambiente europeo a lui totalmente sconosciuto, con dei personaggi che aveva visto solo in televisione. Se la cavò benissimo e sfidiamo ad indicarci uno dei giovani professionisti della nostra politica, di quelli che blaterano oramai da anni da schermi televisivi, spiagge e balere, a saper fare altrettanto.

Conte ha guidato per oltre un paio di anni, due fra i governi più sconclusionati della Repubblica e si è preso poi l’epiteto di volta gabbana per averli guidati pur nella mutazione dei loro componenti. Questa valutazione negativa non è da noi totalmente condivisa perché non tiene conto della partenza che vi abbiamo voluto ricordare. Oggi si nobilita il nuovo governo con i termini di “tecnico”, “servitore dello Stato” e “funzione di servizio”, ma Conte non è stato altro. Messo lì da “tecnico”, assolutamente sconosciuto al gotha politico di allora, per dirigere il governo che il Presidente della Repubblica via via gli propinava. Una cosa come un allenatore di calcio, di quelli che si trova una squadra già fatta e che deve cercare di farla giocare al meglio per non farla retrocedere.

In questa ottica l’avv. Conte “tecnico”, “servitore dello Stato” ha, a nostro parere, svolto la sua “funzione di servizio” con una dignità che, fino a pochi giorni fa, ha ottenuto il consenso della maggioranza degli italiani. Siamo tutti un po’ superficiali e volubili nei giudizi, anche da parte dei media; ne sa qualcosa anche Renzi, nemico di Conte, che nel giro di pochi giorni da “infame traditore” si sta trasformando in salvatore della Patria.

“La scopa nuova, scopa meglio”, dicevamo, e i terribili toscani già aggiungono “per tre giorni”. Noi vorremmo essere più incoraggianti, non senza però ricordare, a chi di dovere, che, se non fanno presto la loro funzione, anche le scope nuove, dalle nostre parti, rapidamente invecchiano.

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