Il partito degli Umarells, il Times e la politica che sconcerta

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di Gian Franco Bottini

Giusto due mesi fa, da queste pagine, parlavamo di covid, delle sue due facce (quella sanitaria e quella economica) e del pericolo che una terza faccia, quella politica, si infilasse subdolamente fra le prime due, mettendo a repentaglio le già difficili soluzioni.  Sembrava impossibile che in un periodo di perdurante pandemia, con i gravi problemi che stanno vieppiù lievitando, ciò potesse succedere. Ovviamente, siamo stati regolarmente smentiti e chiamati ad essere allibiti spettatori di una stucchevole bagarre parlamentare buona solo per allontanare ancor di più la politica politicante dal Paese reale.

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Gian Franco Bottini e gli Umarells

Fortunatamente la cronaca ci riserva ancora qualche piccola soddisfazione, come la notizia comparsa sul londinese Times, che vi andiamo a riferire. Il nostro linguaggio, oramai senza difese di fronte all’invasione degli inglesismi globalizzanti, ha avuto una seppur parziale rivincita con lo sdoganamento del termine di “Umarell”, al quale il Times ha dato il lustro della presenza nel suo vocabolario, prevedendo anche la declinazione del plurale, cosa che chiude definitivamente una goliardica diatriba linguistico-romagnola e assegna all’ “Umarell” il rango dell’internazionalità. “Pensionato che si aggira, per lo più con le mani dietro alla schiena, presso i cantieri di lavoro, controllando, facendo domande, dando suggerimenti o criticando le attività che si svolgono”. Questa la definizione del Times di una figura onnipresente, che è la rappresentazione plastica dell’animo critico popolare e della democratica ingenuità del civico Bastian contrario. Al di la del serio e del faceto che può accompagnare questa notizia, ci vien comunque da pensare che, vista la demoralizzante commedia inscenata nel nostro Parlamento con i suoi stucchevoli interpreti, la presenza di un “partito degli Umarells”, con la sua filosofia basata sulla semplicità, l’onestà intellettuale e il suo “mediocre” ma sano buonsenso, avrebbe costretto tutti a metter i piedi per terra e a rendersi conto dell’intempestività e della stupidità di ciò che stava avvenendo.

Ancora! Ha fatto tanta tenerezza e creato un diffuso consenso, la dichiarazione di una dolcissima signora ottuagenaria, salita agli onori delle cronache per aver dichiarato di voler lasciare il proprio vaccino per qualche giovane lavoratore, potendo lei restare tranquillamente in casa e protetta. Nella stesso giorno il nuovo assessore alla sanità lombarda, facendo raccolta di improperi ed insulti, affermava che il numero dei vaccini assegnati ad una regione, dovrebbe essere proporzionato al Pil da essa creato, con evidente vantaggio per la Lombardia. L’opinione del “partito degli Umarells” sarebbe sicuramente stata che, al di là di ogni perbenismo, se la signora meritava gli elogi forse l’assessore non meritava gli improperi, perché la radice dei due ragionamenti è la medesima: in determinati momenti l’aspetto economico (lavoro) può superare l’aspetto sociale.

Ancora! E’ nella cronaca nostrana la rissa fra un centinaio di ragazzi avvenuta a Gallarate, che ha creato molte giuste preoccupazioni ed interpretazioni sociologiche. Le motivazioni di tale disfida paiono superare qualsiasi sofisticata analisi e semplicemente sembra risiedere nella gelosia di alcuni ragazzi venuti a conoscenza dell’interessamento di altri giovanotti, provenienti “da fuori”, per fanciulle della loro zona di “competenza”. L’offesa era grande e il risarcimento morale, stile “Ok Corral”, si rendeva necessario! (interessante però sarebbe conoscere l’opinione delle ragazze!). A fronte della generale condanna il “partito degli Umarells” avrebbe considerata la cosa con maggior accondiscendenza, affermando anzi la positività del ritorno allo spirito di un passato più ingenuo e genuino, quando episodi analoghi fra i giovanotti di Busto, Legnano o Gallarate, erano all’ordine del giorno unicamente “per passare il tempo”.

Difficile condividere fino in fondo la filosofia dell’Umarell; c’è comunque da augurarsi che il riconoscimento british non gli “monti la testa” , perché della “mediocrità” del suo basico, mugugnante, ingenuo buonsenso, in fondo in fondo, se ne sente la necessità in questo mondo pieno di Ciampolillo.

Il Senato dei Ciampolillo peggio di certi consigli comunali

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