Busto, Antonelli: «Stop alle tasse? Comune in default. Da Roma zero euro

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BUSTO ARSIZIO – Una stilettata al sindaco Davide Galimberti: «Siamo l’unico Comune che ha annullato una serie di pagamenti. Gli altri, tra i quali Varese, li hanno solo sospesi, come le rette delle scuole materne per esempio, tanto che nel capoluogo sono tutti indiavolati». Una alle opposizioni in sala esagonale: «Facile dire non fate pagare le tasse. Se lo facessi il Comune andrebbe in default» e a quelle che siedono in consiglio provinciale, «perché anche in Provincia perdiamo 2 milioni e mezzo derivanti dalla mancata immatricolazione delle automobili». E una stoccata a Roma: «Fino a ora non ci ha dato nulla, nonostante le perdite dovute a questa crisi siano di qualche milione di euro. Il governo ci deve aiutare con finanziamenti a fondo perduto». Questo in sintesi l‘intervento del sindaco Emanuele Antonelli nella commissione Affari generali, che si è tenuta in streaming questa mattina, giovedì 23 aprile, per spiegare le sue perplessità alla proposta di emendamento della consigliera delle Lega Paola Reguzzoni, che in sostanza chiede di prevedere una programmazione di massima in bilancio delle possibili misure anti crisi, così da abbreviare i tempi di reazione e di intervento, tra qualche settimana, quando sarà necessario.

Perplessità del primo cittadino, in quanto dice che «come Comune, ci siamo già mossi. Abbiamo messo in campo tutte le soluzioni possibili fino a questo momento. Per le altre occorre anche valutare l’impegno di Governo e Regione».

Aspettare o programmare?

Bisogna aspettare, per il primo cittadino. Poiché ancora non è chiaro il quadro degli aiuti economici che arriverà da Roma e da Regione. «L’unica – ha detto il sindaco – che al momento ha stanziato fondi. A Busto arriverà 1 milione di euro. Che non basterà e sarà poi da destinare agli investimenti. Comunque è già qualcosa». Aspettare. Poiché mancando direttive certe a livello governativo potrebbe essere un “esercizio” inutile la programmazione, tanto più che non si sanno quali e quanti fondi che metterà a disposizione il governo (anche per i Comuni) il rischio sarebbe quello di prevedere sovrapposizioni nelle misure di sostegno.

Meglio programmare. O per lo meno iniziare a stilare una previsione di quelle che potrebbero essere le azioni di supporto e sostegno economico da mettere in campo. «Poiché se quando servirà, avremo bisogna di un’altra variazione di bilancio i tempi di intervento si allungano. Sfruttiamo questa “finestra” già aperta», sostiene la consigliere del Carroccio Reguzzoni. Che poi spiega: «Prevedendo una serie di capitoli in bilancio con appostato una cifra simbolica. Poi sulla base degli stanziamenti governativi si vedrà quali capitoli “rimpinguare” a seconda del bisogno».

Anche la consigliera Reguzzoni è scettica sul fatto che la sospensione del pagamento delle imposte sia la misura più adeguata da adottare, sia perché sarebbe un aiuto “a pioggia”, sia perché vorrebbe dire eliminare un’ulteriore entrata nelle casse comunali e quindi diminuire anche la possibilità di continuare a erogare servizi. «Meglio – continua Paola Reguzzoni – stabilire una serie di capitoli in bilancio mirati verso settori sociali ed economici che sono stati messi a dura prova da questa crisi sanitaria».

L’emendamento

Una decisione in tal senso non è arrivata al termine della commissione. Nel senso che la variazione che approverà nel prossimo consiglio potrebbe anche essere emendata. Anche perché l’idea di creare un impianto, come prospettato dalla consigliera leghista, ha trovato concordi in linea di massima anche altre forze in consiglio.

La necessità di approntare una programmazione della crisi ad esempio, l’ha ribadita anche Cinzia Berutti del Partito democratico: «Credo l’approccio di predisporre un’impalcatura dei possibili interventi sia condivisibile. Come credo sia bene avere in mente un piano in base al quale muoverci, piuttosto che attendere solo gli aiuti del Governo o della Regione». Berutti di fatto ha rimarcato quanto i dem hanno già sostenuto nelle scorse settimane: «Quello che manca in questa emergenza è la previsione di come muoversi sullo scenario futuro».

La sensazione è che nei prossimi giorni si cercherà di lavorare per costruire una mozione alla variazione, il più condivisa possibile, da portare in consiglio. Un documento che, oltre a mettere sul tavolo alcune linee di possibili finanziamenti, cercherà anche di prevedere alcune misure, che non prevedono investimenti di soldi da parte del Comune, ma che vanno nella medesima direzione del sostegno economico. Uno su tutti: la questione della tassa sull’occupazione del suolo pubblico, sospesa in questi mesi poiché di fatto nessuno l’ha utilizzata. «Si potrebbe – conclude Paola Reguzzoni – anche prolungare la sospensione e dare modo a ristoranti e bar che ne hanno la possibilità di recuperare posti a sedere per i clienti all’esterno. Senza dover pagare l’imposta».