Busto, l’appello del papà di Kimberly: «Torna a casa. Stiamo morendo»

Nella foto il padre di Kimberly, Mariano Bonvissuto

BUSTO ARSIZIO – «Kimberly ti prego, se mi stai ascoltando, accendi il telefono. Chiamaci, facci sapere che stai bene. Stiamo morendo; qualunque cosa sia successo la affronteremo e la supereremo insieme. Ma ti prego facci sapere che stai bene: torna a casa». Sono le 19 di oggi, venerdì 24 novembre, quando Mariano Bonvissuto, il padre di Kimberly, la 20enne di Busto Arsizio scomparsa da lunedì scorso, arriva in via Cellini a Busto Arsizio dove la ragazza vive con mamma Graziana.

Stiamo morendo

Da quel momento di lei non c’è più traccia: telefono spento, nessun contatto con i famigliari o gli amici. Niente nemmeno sui canali social sui quali la ragazza, come ogni 20enne, era piuttosto attiva. «E’ uscita di casa solo con il telefono e il caricabatterie – spiega il padre – Nessun vestito di ricambio. Nulla. Stiamo vivendo ore devastanti». Ore devastanti, dice il padre, e la paura è tangibile negli occhi chiari di quest’uomo quando dice: «Soprattutto visto quello che è successo solo pochi giorni fa». E il pensiero corre veloce a Giulia Cecchettin. «Seguendo questo padre ho pianto – spiega Bonvissuto – E adesso provo la sua stessa angoscia. Io credo con tutto me stesso che Kimberly stia bene. Ma l’ansia, il non sapere, il non avere sue notizie ci sta logorando». Il padre della ragazza spiega anche che ha ricevuto delle telefonate con delle segnalazioni: «Spero che siano segnalazioni fatte in buona fede e non per portarci fuori strada. Nel caso, abbiamo già riferito tutto agli inquirenti, chi lo ha fatto se ne assumerà la responsabilità».

Il pensiero alla tragedia di Giulia

Su cosa possa essere accaduto, Bonvissuto dice di non avere ipotesi. Si rimette alla polizia di Stato di Busto che ringrazia per l’ostinazione con la quale, ogni uomini e donna in servizio, è al lavoro per ritrovare sua figlia. «Non lo so – ripete – Sono i poliziotti che hanno tutte le carte in mano. Lavorano senza alcun risparmio. Non lo so cosa possa essere successo. Kimberly è una normale ragazza di 20 anni: ha fatto l’alberghiero poi ha iniziato a fare qualche lavoretto. Voi – dice rivolto ai cronisti – sapete cosa passi per la testa di una ragazza di 20 anni?». Certo che la scomparsa è stata letteralmente un fulmine a ciel sereno. Non c’è, almeno non è a conoscenza dei genitori, un episodio che possa aver fatto scattare qualcosa. E Kimberly, al netto di normali chiusure tipiche di una giovanissima, non aveva mai avuto comportamenti che potessero mostrare irrequietezza. Il padre nega anche la ragazza abbia un fidanzato: «Non mi risulta. Un fidanzamento è un impegno serio, ce ne avrebbe parlato. Magari una frequentazione. In ogni caso adesso conta soltanto che lei torni sana e salva. Che rivarchi questo portone e torni a casa, al sicuro». Gli inquirenti, intanto, vagliano ogni pista. Esclusa quella che portava a Napoli dove Kimberly conosce un ragazzo con il quale ha avuto contatti sui social: il giovane non ha nulla a che vedere con la scomparsa. Le segnalazioni arrivano da diverse parti. La procura ha aperto un fascicolo contro ignoti, l’inchiesta è coordinata dal pubblico ministero Susanna Molteni, al fine di poter effettuare tutti i rilievi tecnici per poter riportare presto Kimberly a casa.

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