Ecco come diventerà l’ex carcere di via Borroni a Busto: c’è il sì della Soprintendenza

busto progetto carcere borroni

BUSTO ARSIZIO – Finalmente arriva il parere positivo della Soprintendenza, ecco il via libera al progetto definitivo per il recupero dell’ex carcere di via Borroni. Lo ha dato la giunta Antonelli nella seduta di mercoledì, approvando un intervento da 800mila euro che verrà realizzato da Soceba, la società che ha curato il piano per la riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele, dove oggi è sorta la Residenza del Conte. Esulta il sindaco Emanuele Antonelli: «Dopo svariati anni di attesa, approvato il progetto di riqualificazione in polo culturale dell’ex carcere».

Si sblocca il recupero

Il parere favorevole della Soprintendenza per i beni culturali è pervenuto a Palazzo Gilardoni il 17 settembre. L’ok è arrivato ad un progetto revisionato rispetto a quello che era stato ipotizzato alcuni anni fa, quando l’amministrazione iniziò a ragionare concretamente su una riqualificazione che era rimasta per troppi anni solo sulla carta. L’opera è stata prevista nell’ambito dei 2,3 milioni di euro di interventi (oltre agli 800mila dell’ex carcere, ci sono altri 900mila per la messa in sicurezza del Conventino di via Matteotti) che l’amministrazione ha concordato con il costruttore privato del piano integrato di piazza Vittorio Emanuele, in seguito alla rinuncia alla realizzazione dell’autosilo interrato sotto la nuova piazza.

busto progetto carcere borroni

Questa nuova proposta «mira ad aumentare la connessione interna al polo culturale, migliorando nel contempo l’accessibilità all’ex edificio carcerario che consentirà una maggiore salvaguardia» storica dell’edificio, evitando le seppur limitate demolizioni previste. Per consentire l’accesso ai disabili verrà realizzato un ascensore esterno. Per quanto riguarda gli interni, oltre al completo rifacimento della copertura e della parte impiantistica, verranno mantenute le volte a mattoni dei soffitti.

Ampliamento del polo culturale

Costruito tra il 1851 e il 1854, in epoca austriaca, l’edificio è stato utilizzato fino a 35 anni fa come carcere. Tanto che alle pareti delle celle sono ancora rintracciabili poster che richiamano alla vittoria dei Mondiali di calcio di Spagna ’82, appesi dai detenuti che vi erano ospitati. Si tratta di un bene vincolato, che verrà «destinato ad uso prevalentemente ricreativo»: è prevista la realizzazione di una caffetteria al piano rialzato e di sale di lettura ai piani superiori ed in un locale del piano rialzato, alcune delle quali utilizzabili anche per mostre temporanee. Di fatto, sarà un altro ampliamento del polo culturale di Palazzo Marliani Cicogna, oggi costituito dalla Biblioteca e dalle Civiche raccolte d’arte, dopo l’efficace riqualificazione della ex sala Zappellini, oggi Sala Monaco. Il recupero dell’ex carcere si inserisce infatti «in un più ampio progetto di rilancio e valorizzazione del polo culturale cittadino» destinando la struttura a finalità di tipo culturale. «Il progetto cerca di non stravolgere, oltre il necessario, l’attuale struttura dell’immobile».

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