Ogni tessuto ha una storia da raccontare: a Busto la mostra di Stefania Miano

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BUSTO ARSIZIO – «Credo nella sostenibilità. E ogni tessuto ha una storia da raccontare e raccontarsi: ho avuto la fortuna di studiare la loro storia e la loro provenienza». Con queste parole Stefania Miano ha inaugurato oggi, sabato 12 marzo, “Pensieri cuciti tra stoffe impazienti”, mostra di fiber art che fino a domenica 27 ospiterà le sue opere alla sala d’arte del santuario di piazza Santa Maria a Busto Arsizio (apertura al giovedì e venerdì dalle 15.30 alle 18.30, sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19, ingresso libero con green pass).

L’arte del tessuto nata negli anni Venti

Durante il vernissage Miano ha spiegato al pubblico l’origine degli arazzi esposti: «La fiber art, arte del tessuto, è nata negli anni Venti con il Futurismo, raggiungendo poi una forma più compiuta con il Bauhaus. Si è affermata ufficialmente con la Biennale di Losanna del 1962 e dal 1965 sono stati accettati anche i lavori che non limitavano alla semplice opera di telaio e cucitura ma includevano anche plastica, seta e metallo».

Come ha raccontato l’artista di Gallarate, «io lavoro solo a mano e utilizzando tessuti di riciclo. Ringrazio gli imprenditori e industriali del territorio, che mi hanno dato la possibilità di averne tanti a disposizione, e l’associazione no profit ReMida, con cui ho potuto studiare i materiali di riciclo non come scarto, ma come risorsa che ha un valore e, come tale, va valorizzata. Tessuti che sarebbero stati buttati via prendono così una nuova strada».

«Sono nativo di Busto ma suono sempre fuori città, ci voleva una mostra come la tua per farmi esibire qui», si è rivolto a Miano il musicista jazz Max De Aloe, che poi per i visitatori, tra cui c’erano la vicesindaco Manuela Maffioli e il presidente della Camera di Commercio Fabio Lunghi (nelle due foto qui sopra), ha eseguito standard e brani tratti da colonne sonore.

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