Caliendo: «Non mi hanno silurato. Ho scelto io di difendere Forza Italia Varese»

Il commissario provinciale di Forza Italia Giacomo Caliendo

VARESE – «Forza Italia? Almeno negli altri partiti c’è chi ha il coraggio di tirar fuori il malumore. Qua non parla più nessuno, perché forse non c’è rimasto più nessuno. O quasi». La storia delle candidature, ma prima ancora il ruolo del partito nel dare la spallata al governo Draghi, ha tolto energie e voglia di rimettersi in gioco per una campagna elettorale che, in terra varesina, vedrà impegnato un solo candidato azzurro del territorio e in posizione di “bandiera”: Simone Longhini.

Anche se il silenzio che regna nel partito da Varese a Busto Arsizio è preoccupante. E come dice qualche forzista: «Mentre in Lega c’è chi tira fuori gli scheletri, qui c’è la totale disillusione». Forse perché Varese è sempre stata terra di candidature paracadutate e quindi, come si dice, alla fine ci si fa quasi l’abitudine. «Ma questa volta – aggiunge il forzista – hanno superato il limite con il senatore e commissario provinciale Caliendo e prima con tutto il partito».

E se politicamente Giacomo Caliendo di fatto è stato messo ai margini dal ristretto cerchio berlusconiano, nei fatti il commissario ha dimostrato di non essere uomo che porta avanti e difende le scelte territoriali del partito. Ed è proprio Caliendo a raccontare com’è andata. Senza toni polemici, «ma per correttezza dei fatti».

Non sono loro che mi hanno silurato

In sintesi. Il partito a livello regionale converge sulla candidatura di Caliendo, chiedendo per il commissario un posto in un seggio uninominale o da capolista in un proporzionale in provincia di Varese. «Il che – spiega il senatore – non significa che il partito abbia chiesto per me posizioni di sicura elezione. Ma visto che l’indicazione è arrivata dagli iscritti ho deciso di portarla avanti». Anche quando, a poche ore dalla chiusura delle liste, gli è stato comunicato che di posti da capolista non ce n’erano.

Sono io che non ho accettato

«Esatto – continua – ma proprio quando Alessandro Cattaneo, via telefono, mi ha detto che l’intenzione del nazionale era di mettere una donna, io l’ho stoppato dicendo che non volevo nemmeno sapere il nome della candidata e neppure degli altri. Insomma, ho declinato ogni altra eventuale proposta». Una sottigliezza tra l’essere silurato o il prendere in maniera elegante cappello. Che nasconde un’unica verità vista da prospettive diverse.