Candidati per le Europee: le priorità sono Malpensa, Pedemontana e centri storici

Candidati confcommercio uniascom

VARESE – Non un confronto serrato, ma un momento di approfondimento su tematiche di respiro più territoriale che europeo (per come funziona la macchina a Bruxelles). Argomenti che qui in provincia di Varese tengono banco quali rilancio dei centri storici e delle attività commerciali, infrastrutture, accesso ai bandi, aeroporto, ma anche web tax per i colossi dell’e-commerce e strategie per salvare le piccole e medie attività commerciali.

Insomma domande complesse, ampie. Tanto quanto le circoscrizioni nelle quali si presentano coloro che aspirano a un posto nel parlamento europeo. Domande poste dai presidenti di zona di Uniascom, presenti all’incontro organizzato oggi, lunedì 20 maggio, da Confcommercio Uniascom nella sede di Varese. E alle quali hanno risposto esponenti politici, quattro dei quali impegnati nella campagna elettorale per le Europee, chiamati a intervenire per mettere sul tavolo le proposte concrete che intenderanno portare in Europa qualora eletti.

All’invito di Confcommercio hanno risposto Isabella Tovaglieri per la Lega Salvini premier, Daniela Santanché per Fratelli d’Italia, Paola Macchi per il Movimento Cinque stelle, Roberta Paparatto per Forza Italia e il consigliere regionale del Partito Democratico Samuele Astuti. A “interrogare” i relatori c’erano appunto presidenti territoriali di Ascom: Giorgio Angelucci di Varese, Rudi Collini di Busto, Renato Chiodi di Gallarate e Malpensa, Franco Vitella di Luino e Bruno Guffanti di Saronno.

L’importanza della Pedemontana e delle infrastrutture

La domanda su Pedemontana l’ha posta Giorgio Angelucci presidente di Ascom Varese, il quale l’ha chiamata «un’opportunità interrotta». Definizione sulla quale, bene o male, tranne Paola Macchi dei cinque Stelle, tutti si sono trovati concordi. Soprattutto sul fatto che l’opera ora va completata. Anche se Astuti ha ricordato che «è stata progettata male, soprattutto nel tratto “varesino”»; Tovaglieri ha spiegato che «entro il 2020 dovrebbero ripartire i cantieri» e poi allargando il tema sulla necessità di infrastrutture ha dichiarato che «la Tav è fondamentale e non è in discussione». La Santanché non ha perso l’occasione per attaccare il governo giallo verde, che «blocca almeno una ventina di grandi cantieri, i quali potrebbero dare 500 mila posti di lavoro». Sulla necessità di «modernizzare l’intera rete infrastrutturale del Paese» è intervenuta Paparatto. Critica la grillina Macchi: «Troppo sbilanciato il rapporto costi (elevati) e benefici (ridotti)».

S.O.S centri storici

La desertificazione dei centri storici nei piccoli paesi, come nelle grandi città, le agevolazioni fiscali che possono sfruttare i grandi player delle vendite on line, la possibilità di dirottare una parte della web tax su investimenti mirati e quali possibili soluzioni può mettere in campo a livello europeo la politica sono i temi messi sul tavolo dal presidente di Ascom Busto Rudi Collini.

«Rigenerazione urbana di qualità» è stata la parola d’ordine di Isabella Tovaglieri, la quale ha portato come esempio il lavoro svolto a Busto sul Piano delle Nord, un progetto di grande respiro, che prevede investitori privati (da attrarre), ma anche l’impegno del Comune. Per Paola Macchi la prima cosa da fare in Europa è «far pagare le tasse alle multinazionali. E poi lavorare in rete sul tema. Anche se in un anno di Governo non sono mancati provvedimenti in tal senso». Per Daniela Santanché il tema, più che una questione europea è nazionale e locale. E la colpa è anche della burocrazia eccessiva e invadente. «Ma anche di uno Stato (quello italiano) che non controlla e di fatto legalizza la concorrenza sleale di attività commerciali gestite da stranieri». Per Roberta Paparatto «Bisogna puntare su sicurezza e lotta al degrado urbano. E poi l’Europa dovrebbe tutelare le nostre produzioni di eccellenza». Astuti pone l’accento sul fatto che «il commercio sta cambiano e che è necessario puntare su un’adeguata formazione».

Malpensa, quando decollerà finalmente?

Per Renato Chiodi presidente di Ascom di Gallarate il tema centrale è quello dell’aeroporto. Inteso come scalo, ma anche come indotto e soprattutto collegamenti: «Un potenziale inespresso».

Nessuno ha parlato del passato: di chi era contrario allo sviluppo dello scalo e oggi ha cambiato idea e di chi ai tempi dell’addio di Alitalia era al Governo e non è riuscito a incidere su scelte che oggi tutti hanno definito sbagliate e scellerate. I presenti, invece, hanno parlato di futuro, di opportunità da sviluppare e da cogliere. Di rete, da costruire tra i comuni della fascia aeroportuale, di problemi, ma anche di occasioni. Concordi sulla necessità di chiedere investimenti per migliorare i collegamenti sono stati Isabella Tovaglieri: «Basta tarpare le ali a Malpensa»;  Daniela Santanché: «Per l’aeroporto c’è una sola parola d’ordine: crescere» e Roberta Paparatto: «L’area aeroportuale deve essere vista in un sistema territoriale più allargato». Astuti ha messo l’accento «su un piano d’area, scaduto da anni» e su una 336 «non appropriata per sopportare l’attuale traffico. Figuriamoci quando ci sarà lo spostamento dei voli da Linate». Fuori dal coro Paola Macchi: «Non tutti i collegamenti di cui si parla sono necessari. Attenzione che stiamo massacrando la nostra brughiera».

Frontalieri, bandi e l’Europa lontana

Il tema della percezione del parlamento europeo come qualcosa di molto lontano aleggia durante l’incontro e vien fuori in maniera netta sulle ultime due domande. Ovvero quella sui frontalieri posta da Vitella di Ascom Luino e sui bandi europei rivolta da Guffanti di Saronno.

Sui frontalieri. La Santanché chiede «più rispetto per i nostri cittadini che lavorano in Svizzera» e dice che «l’attuazione della Zes tocca al Governo». Astuti sostiene che «sul tema frontalieri la contrattazione con la Svizzera deve essere fatta dall’Ue che qualche anno fa demandò il tutto ai singoli Stati membri», mentre Paola Macchi afferma che «le zes rigide non fanno altro che spostare il problema. L’impegno deve essere rivolto a combattere la desertificazione dei servizi nelle zone di confine».

E sui bandi europei che vedono l’Italia fanalino di coda poiché incapace di sfruttarli la candidata di Fratelli d’Italia punta il dito «sulle difficoltà che incontrano gli imprenditori nel partecipare. Bisognerebbe dare vita a un network nazionale finalizzato a portare i finanziamenti anche in Italia», mentre per Roberta Paparatto «occorre prima conoscere e poi semplificare». Astuti non usa mezzi termini: «Sul reperimento dei finanziamenti diretti siamo un disastro. Anche perché mancano le figure professionali necessarie per poi avere diritto a quei fondi. Quindi un primo passaggio è certamente la formazione».

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