In carcere a Varese l’uomo che aveva aggredito i poliziotti a Lavena Ponte Tresa

Lavena ferito colp

LAVENA PONTE TRESA – Le porte del carcere di Varese si apriranno nelle prossime ore per l’aggressore di Lavena Ponte Tresa. Sono migliorate infatti le condizioni di salute dell’uomo che nella mattinata dello scorso giovedì 19 agosto aveva aggredito gli agenti di Polizia nel corso di un controllo, venendo ferito da un poliziotto con un colpo all’addome. Il trasferimento dall’ospedale alla casa circondariale è previsto già per oggi, martedì 24 agosto.

Fuori pericolo

Le condizioni dell’uomo sono nettamente migliorate, dopo che era stato ricoverato lo scorso giovedì nel reparto di Chirurgia generale dell’Ospedale di Circolo. Nella giornata di venerdì si trovava ancora in prognosi riservata, ma negli ultimi giorni la situazione è andata migliorando. L’uomo è fuori pericolo e può essere quindi dimesso dal nosocomio. Imminente dunque, già nelle prossime ore, il suo trasferimento ai Miogni, in seguito all’ordinanza firmata dal Gip Anna Giorgetti, che ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Tentato omicidio

L’uomo, Imad Lahlal, cittadino marocchino di circa 30 anni, deve rispondere dell’accusa di tentato omicidio. La ricostruzione dei fatti sembra confermare quanto emerso nelle prime ore, ovvero che lo straniero ha reagito in modo scomposto alla richiesta di documenti da parte degli agenti che lo avevano fermato per un controllo di routine lungo la via Marconi a Lavena Ponte Tresa. Grazie anche ad alcune testimonianze è stato accertato che l’uomo ha aggredito la poliziotta che gli aveva chiesto i documenti, minacciandola con un coltello. In sua difesa era intervenuto il collega che aveva esploso un colpo di pistola, che aveva raggiunto l’addome dell’aggressore.

I precedenti

Lo straniero non è nuovo ad episodi violenti: solo un paio di settimane fa era stato denunciato dai Carabinieri di Castelnuovo, in provincia di Torino, per il reato di minaccia con oggetto appuntito. Un mese fa invece era stato identificato con un altro nome dai militari di Torino. Il suo permesso di soggiorno è scaduto da più di un anno, e l’uomo inoltre risulta non avere un domicilio. L’episodio che lo ha visto protagonista la scorsa settimana aveva avuto una forte eco sia a livello locale che nazionale, riportando al centro del dibattito il tema della sicurezza per le forze dell’ordine.

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