CARLO POGLIANI: “50 anni fa si avverò il sogno di un bambino”

Carlo Pogliani

Ventidue Ottobre millenovecentosessantanove: un bimbetto di soli tredici anni, dopo aver silenziato il volume del televisore e oscurato con una coperta tipo militare il vetro zigrinato della porta della sala, si appresta ad assistere al match che, per la prima volta nella storia, porterà la sua squadra del cuore lassu’, in cima al mondo. Il nome di quel biondino fragile e’ Carlo, ma per i parenti e’ il “Carluccio” . . . per gli amici, parecchi anni piu’ avanti, diventerà il “Carletto”. Negli anni sessanta/settanta a noi bimbi veniva imposto il rigoroso ” a letto dopo Carosello” . . . quindi, per poter essere pronto e sveglio, soprattutto, nel cuore della notte, avevo sottratto dal comodino del nonno Carletto (da qui io Carluccio, altrimenti si sarebbero confusi in casa e non) una sveglia puntandola all’ora fatidica . . . e una coperta dall’armadio per coprire la porta . . . se qualcuno, nel cuore della notte, si fosse alzato per andare al gabinetto, non doveva accorgersi di quel bimbetto sveglio . . . il mattino seguente c’era la scuola ad attenderlo. El balun el te da no de magna’ la scola si’
tradotto fa “il pallone non ti darà il lavoro, la scuola si'”.
Non finiremo mai di ringraziare i nostri genitori . . . mai davvero!
Ma torniamo al ” Carluccio”. In quegli anni essere milanisti non era stato facile: l’Inter del “Mago”, i derby persi 5-2 e 4-0, i cugini che trionfano in Italia, in Europa e nel Mondo. Ma il bimbetto aveva un vicino di casa di nome Aldo per cui nutriva amicizia, affetto e stima (era ingegnere) . . . e grazie ai suoi racconti minuziosi al ritorno da S.Siro . . . divenne rossonero.
Cosa faceva quel bimbo quando il Milan A.C. comincio’ a comporre i lati di un pentagono che portarono in sede consecutivamente e nell’ordine 1) Coppa Italia 2) Campionato 3) Coppa delle Coppe 4) Coppa dei Campioni 5) Coppa Intercontinentale?
1) non ricordo se segui’ la partita per televisione o per radio, mi ricordo che con il Padova segno’ Amarildo e che i suoi giocatori indossavano i calzoncini neri, i suoi preferiti . . . quindi mi sa che la trasmisero in diretta o registrata . . . boh . . . ma a Roma come al solito, quello si’, certamente.
2) Milan-Spal sul divano a giocare con la pallina di lana contro il muro emulando le gesta dei propri beniamini con la radio appoggiata sul tavolino: da 1-2 a 3-2 . . . il divano stava già cedendo, a fine anno il nonno dovette sostituirlo . . . sfondato!
Milan-Brescia 1-0 e contemporanea sconfitta del Napoli al S.Paolo con la Juve: la prima volta del biondino dalle erre moscia allo stadio coincide con la aritmetica conquista del nono scudetto . . . rete decisiva, naturalmente, del “Golden boy”
3) Rotterdam, due reti dell’uccellino, il bimbetto e’ davanti alla TV con la sua prima bandiera . . . un quarto di lenzuolo vecchio con due strisce di cotone rossonere cucite dalla mamma alla bene e meglio in diagonale . . . per anni sarà l’unico vessillo incollato a un manico di scopa recuperato in cantina . . . de dane’ ghe n’era poc che tradotto fa “di soldi, all’epoca, non ne giravano molti nei quartieri dormitorio e non solo” . . . ma eravamo felici, mamma mia quanto lo era anche il biondino con le gambette del merlo!
4) Madrid, assist di tacco del futuro pallone d’oro, fucilata di Pierino la “Peste” (che ne fa tre in finale, un record) e rete della sicurezza, il 3-1, di Angelo Benedicto . . . il bimbo trascina anche il papà davanti alla TV . . . non conosce il fuorigioco, del football non glienepuofregardemeno, ma quella sera e’ speciale . . . e’ la finalissima di Coppa dei Campioni contro i futuri dominatori del triennio successivo: i lancieri di Amsterdam di Johann . . . ho detto tutto!
5) Andata. Il Carluccio e’ davanti al televisore 24 pollici, una sciccheria ai tempi, un privilegio che il nonno Carletto, appassionato di radio, TV ed elettrodomestici, si era premurato di acquistare, penso, per primo in Lombardia . . . i dane’? Fem i cambiai, che tradotto fa ” i soldi?, facciamo le cambiali”.
Angelo Benedicto ne fa due e Nestor, dopo aver dribblato il portiere accarezza l’interno del palo. Siamo arrivati quasi sul tetto del mondo, manca l’ultimo lato del pentagono, oggi la chiameremmo “manita” . . . cinque trofei consecutivi . . . un sogno che sta per realizzarsi!
Ritorno, Buenos Aires, Bombonera, Cattiveria, Intimidazione, Botte da orbi . . . ma il “Gianni nazionale la mette dopo una fuga per la vittoria ed entra in porta con la sfera appiccicata allo scarpino . . . il portiere avversario lo rincorrerà durante l’esultanza sferrandogli un tremendo calcione nelle terga.
Uno a zero per il Milan! Come e’ finita? Quel biondino che ormai ha quattro peli bianchi in testa e all’epoca oscuro’ il vetro zigrinato silenziando anche il ventiquattro pollici ve lo racconterà questa sera dalle 19 alle 20 su Top Calcio e Telelombardia con due fantastici reduci di quella storica notte: Giovanni Lodetti e Luigi Maldera. Vi aspetto vecchi cuori!
Per la cronaca 1969/2019 . . . cinquant’anni fa . . . ” serum sbarbà” che tradotto fa “eravamo giovani, anzi . . . eravamo felici!”

Carlo Pogliani Milan Malpensa24