Malpensa, altri 295mila euro per demolire le case delocalizzate. «Ma non bastano»

MALPENSA –  Quasi vent’anni dopo l’apertura di Malpensa 2000, ancora non si intravede la fine sulle case delocalizzate dell’intorno aeroportuale. Con l’ultima approvazione, lo scorso giovedì 6 dicembre in consiglio comunale a Ferno dopo il passaggio anche a Somma Lombardo e Lonate Pozzolo, arriveranno in brughiera altri 295 mila euro per l’abbattimento e la manutenzione degli ultimi immobili rimasti. Il capitolo delocalizzazione può dirsi concluso? I dubbi nei tre Comuni permangono, perché le risorse in arrivo da Regione Lombardia appaiono insufficienti.

Il voto in aula

I consigli comunali di stretto sedime sono stati chiamati infatti ad approvare il testo della convenzione tra Regione Lombardia, i Comuni di Ferno, Lonate Pozzolo e Somma Lombardo, e Aler Varese, Como, Monza Brianza e Busto Arsizio, che riguarda le attività di manutenzione delle case delocalizzate non ancora demolite. Si tratta di 295 mila euro che la Regione stanzierà per riqualificare o demolire gli edifici che non sono stati interessati dalle due demolizioni precedenti: in una soluzione di continuità rispetto al passato, le tre amministrazioni hanno approvato la convenzione.
La prima fase di demolizioni completata nel 2015 ha raso al suolo 102 degli immobili delocalizzati con l’avvento di Malpensa 2000. La seconda tranche, che si è conclusa lo scorso anno, ne ha abbattuti altri 104, di cui 59 a Lonate Pozzolo, 33 a Case Nuove e 12 a Ferno. Con quella che si spera sarà l’ultima fase di un iter durato ben 18 anni, i tre Comuni avranno a disposizione la cifra da ripartirsi su percentuale volumetrica per gestire i 58 immobili rimasti. Il 53 per cento andrà a Lonate Pozzolo (119 mila euro), il 32 per cento a Somma Lombardo (71 mila euro) e il 15 per cento a Ferno (33 mila euro).

I soldi non bastano

L’auspicio sia da Somma che da Lonate e Ferno è che questi soldi bastino per chiudere definitivamente la partita rispetto a una questione – la presenza di Malpensa sul territorio – che ha avuto ricadute negative in diversi ambiti. I dubbi permangono sia in consiglio a Lonate che a Ferno, dove ad esempio i consiglieri di opposizione, astenuti dalla votazione, parlano anche di «poca chiarezza e trasparenza da parte di Regione Lombardia che sta portando a termine un atto che era dovuto». Delle venti unità immobiliari rimaste a Somma, ad esempio, «alcune sono occupate da associazioni e per due unità si sta procedendo a delle permute. Questo finanziamento dovrebbe permetterci di buttare giù qualcosa, ma i soldi non basteranno».

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