Aree delocalizzate, ecco il Piano per far rinascere le aree attorno a Malpensa

Bellaria rilancio Case Nuove

SOMMA LOMBARDO – Il Piano di riqualificazione delle aree delocalizzate che si sviluppano intorno a Malpensa fa passi avanti. E assume un profilo interterritoriale. Un accordo, nello specifico, fra i tre enti locali coinvolti – Somma Lombardo, Lonate Pozzolo e Ferno – insieme a Regione Lombardia e Provincia di Varese, che avrà un ruolo di coordinatore. Il tutto, in un’ottica di rilancio che non riguarda il singolo Comune, ma agisce su un’unica grande area che si sviluppa sui tre territori interessati. A dare un quadro dettagliato di questo Masterplan – realizzato da Fondazione Lombardia per l’Ambiente – è stato il sindaco sommese Stefano Bellaria, ieri 15 ottobre, in Commissione Territorio. Si tratta di un piano di programmazione organizzato su tre macro-categorie. La prima per individuare «cosa fare nelle aree delocalizzate, ricordando che hanno vocazioni differenti». La seconda per capire «come gestire le risorse che derivano dalla loro valorizzazione e come suddividerle per mantenerle o per realizzare alcuni interventi». La terza è per stabilire «la regolamentazione dei rapporti tra i vari enti partecipanti». Da qui, prende forma un disegno che «guarda al futuro».

I progetti per Case Nuove e dintorni

Per Somma, l’attenzione si sposta sulla frazione di Case Nuove, a un passo dall’aeroporto e vicino a Volandia. Un modo per sottolineare la sua «vocazione aeronautica». Vuol dire che l’intenzione è «proseguire in quella direzione, ampliando la scuola aeronautica Its o realizzando un hub tecnologico». Oppure anche «un centro di addestramento per piloti e degli spazi di rappresentanza per aziende che gravitano intorno a Malpensa». Fra le proposte, inoltre, quella che guarda alla «collocazione di un centro ricreativo-sportivo: da pensare ora – ma soprattutto quando riprenderà a pieno regime l’attività aeroportuale – viste le molte persone che gravitano a Case Nuove». Senza dimenticare la possibilità di «ampliamento per le attività economiche già presenti». Per Ferno e Lonate, vista la loro posizione, «si è pensato a una vocazione turistico-ambientale, con spazi verdi e piste ciclabili che potrebbero interconnettersi con Case Nuove, l’aeroporto e altri posti di pregio del territorio, per valorizzarlo». Previsti poi interventi per «la connessione viaria», con riferimenti ad esempio alla ferrovia Terminal 2-Gallarate (da valutare in base ai pareri di Casorate Sempione e Cardano al campo, i principali interessati) e alla tangenziale di Somma, a cui si lega la riqualificazione di via Giusti.

La suddivisione delle risorse

Un focus poi su come «applicare il termine di perequazione territoriale, cioè come suddividere e utilizzare (insieme) le risorse che dovessero generarsi dalla vendita dei terreni delocalizzati e dalla costruzione degli immobili». Il sistema è quello del «precedente accordo di programma, che definiva i volumi demoliti e non le superfici». Quindi, in percentuali, si parla del 53% su Lonate, il 32% su Case Nuove e il 15% su Ferno. Ora il sistema si ribalta sulle aree già rese libere grazie alla riqualificazione degli immobili, quindi le entrate sarebbero suddivise secondo questi dati, «a prescindere da dove si venda il terreno». Si parla di risorse vincolate alla «manutenzione delle aree o degli immobili che non si sono riusciti a demolire». Poi ci sono gli oneri. Di questi, quelli primari, legati quindi ai servizi di una struttura, «restano nel Comune in cui viene realizzata l’opera». Quelli di carattere generale – «tipo per un parco» – vanno nel territorio più vasto. Incassi che sono suddivisi in percentuali: il 30% nel Comune in cui viene fatto l’intervento e il resto in un «fondone». Lo stesso vale per i costi di costruzione e, con qualche piccola differenza, per le entrate Imu.

Gli organi di controllo

La terza categoria identifica gli organismi che hanno il compito di «vigilare che l’accordo sia ben fatto». Uno è «tecnico-amministrativo», ovvero il “Comitato per l’accordo territoriale delle aree delocalizzate” che «definisce l’afflusso delle risorse, valuta i problemi sul loro recupero e la loro suddivisione». Poi c’è il “Collegio di vigilanza“, che è «più politico». Ha l’obiettivo di controllare che «i progetti presentati siano legati allo spirito dell’accordo, tipo stabilire la priorità degli interventi o controllare che le risorse siano utilizzate nel modo giusto». In quest’ottica, la maggior parte sarà investita su Case Nuove, che è «l’area più appetibile per gli investitori». Ora ci sarà il voto in consiglio comunale. Da qui, verrà rimandato all’altro accordo, quello di programma, che prevede la possibilità di «coinvolgere anche altri attori che possono aiutare la realizzazione degli obiettivi». Una finestra che aiuterebbe la «fase di attuazione».

Con le permute si avvia la terza fase di demolizioni a Case Nuove

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