Cassani, la Lega, Forza Italia e i Filistei

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Gallarate, e adesso? Il coinvolgimento del sindaco Andrea Cassani in un filone a latere dell’inchiesta Mensa dei poveri favorisce sviluppi già ipotizzati a monte delle notizie giudiziarie di queste ultime ore. E cioè, lo scioglimento del consiglio comunale e il ricorso anticipato alle urne. I precari equilibri numerici su cui si regge la maggioranza di centrodestra potrebbero saltare definitivamente in scia alla presunta turbativa d’asta a cui deve rispondere il primo cittadino. Per dirla in chiaro, Cassani rischia il posto se perde il sostegno anche di un singolo consigliere, convinto a negargli la fiducia proprio in funzione dell’inchiesta che lo riguarda e a obbligarlo a dimettersi: un solo voto in meno e la giunta sarebbe costretta a fare fagotto.

Possibile che ciò accada? Possibilissimo in relazione ai mal di pancia di cui si sente dire a tutti i livelli del centrodestra provinciale, dentro il quale ampi settori di Forza Italia spingono più o meno sottotraccia per decretare il rompete le righe a Villa Recalcati, a Gallarate e finanche a Busto Arsizio, dove però vige un rapporto numerico favorevole all’attuale esecutivo.

Forza Italia minata alla base dalla magistratura e, oggi più che mai, perlomeno nella componente di Agorà, desiderosa di prendersi una rivincita politica cancellando il lasciapassare a sindaci e presidente della Provincia coi quali governa senza più feeling. Andrea Cassani è adesso il più esposto al patatrac. La sua Lega lo puntella fin da Matteo Salvini; ma la Lega da sola non è nelle condizioni di garantirgli continuità amministrativa. La partita è tutta da giocare, benché i vertici berlusconiani provino a far credere che tutto va ben madama la marchesa. Ma non è così. E così, in relazione ai mal di pancia ai quali si accennava, tutto potrebbe accadere, in spregio a quegli stessi vertici che brigano per salvare il salvabile e, in alcuni casi, per salvare sé stessi.

Sommovimenti alle viste nonostante per il sindaco gallaratese non si parli di tangenti, decime, mazzette o corruttele della peggior specie, ma di un dubbio comportamentale di minor gravità, comunque di evidenza penale. E’quanto aspettavano i suoi detrattori, che non sono soltanto nelle fila di Forza Italia, per fargli la pelle (politica). A questo siamo, in funzione di circostanze che il sindaco di Gallarate ha di certo subito, circondato com’era da un sistema amministrativo di cui conosciamo obiettivi e illecite dinamiche. Ma stare troppo vicini al fuoco ci si può scottare, poco o tanto ma ci si scotta. Le piaghe possono poi guarire, nel frattempo però bisogna curarle. E le cure non sono mai gratis.

Detto questo, le prospettive sono pessime per gli impalcati amministrativi locali. Se viene giù Gallarate, è facile, quasi scontato, che vengano giù prima la Provincia e quindi Busto Arsizio. Schianti politici che tutto sommato non spaventerebbero la Lega, favoritissima nei sondaggi e col vento in poppa, nonostante ciò che si sente su di essa in ogni dove. A pagarne il fio sarebbe invece Forza Italia, marginalizzata dalle inchieste giudiziarie, dall’incapacità dei suoi capi a farle rialzare la testa e dalle supponenze di alcuni personaggi di risulta, non solo berlusconiani, ai quali non par vero di poter occupare poltrone di un certo prestigio lasciate libere obtorto collo da quelli che prima contavano. Forza Italia o quel che ne resta sull’orlo del precipizio elettorale pronta, secondo alcune stime, a fare come Sansone con i Filistei. E allora sì ne vedremo ancora delle belle.

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