Cassano, Mauro Venegoni oltre le divisioni: Antonelli (FdI) onora il partigiano comunista

CASSANO MAGNAGO – Chi si attendeva qualche tensione è rimasto a bocca asciutta. Nessun accenno nei discorsi pubblici, né dal sindaco Antonelli né dall’Anpi, al caso dei manifesti sulla Marcia su Roma apparsi due giorni fa in centro a Busto, e nessuna contestazione come ormai accade da diversi anni. La commemorazione del 78esimo anniversario dell’uccisione del partigiano Mauro Venegoni è all’insegna dell’unità e della condivisione bipartisan, o forse della “pacificazione nazionale” invocata dal presidente del Senato Ignazio La Russa. Anche se dall’Anpi non manca qualche sottolineatura riferita all’attualità politica nazionale: «Non basta dire che non si hanno simpatie per il fascismo, occorre parlare di antifascismo».

Corteo e omaggio al Monumento

La commemorazione

In prima fila i tre sindaci di Busto Arsizio, Legnano e Cassano Magnago – Emanuele Antonelli, Lorenzo Radice e Pietro Ottaviani – che ogni anno condividono questa cerimonia, dato che il partigiano Mauro Venegoni, legnanese di nascita, fu catturato e trucidato dai fascisti a Busto e sotterrato a Cassano, dove è stato eretto il monumento in suo ricordo. In corteo anche il consigliere regionale Samuele Astuti, diversi sindaci e amministratori del territorio, ma soprattutto tanti cittadini e rappresentanti delle associazioni (oltre all’Anpi ci sono anche i partigiani “azzurri” della FIVL) che hanno voluto anche quest’anno omaggiare una delle figure simbolo della lotta di Resistenza nell’Alto Milanese. «Non ci stanchiamo di onorare la memoria, ma dobbiamo coinvolgere i giovani – l’appello lanciato dal sindaco di Busto Emanuele Antonelli, a cui è toccata l’incombenza del discorso ufficiale, a rotazione tra i tre sindaci – l’anno prossimo vorrei che ci sia almeno una classe di una scuola per ognuna delle tre città».

Il “compagno” Antonelli

«Un eroe – così il sindaco di Busto ha definito Mauro Venegoni – arrestato più volte, torturato più volte, e ciò nonostante non ha mollato mai un secondo. Che coraggio. Con lui abbiamo un debito di riconoscenza che non si esaurirà mai». Di fronte alle bandiere rosse del pubblico presente (e alle assenze dei rappresentanti della sua maggioranza di centrodestra, unica eccezione il leghista Francesco Speroni), il “Fratello d’Italia” Antonelli aggira le questioni più scivolose e sfodera un discorso incentrato sul dovere della memoria che onora l’eroismo del partigiano comunista Venegoni. Tanto che tra gli esponenti della sinistra cassanese presenti alla cerimonia è circolata la battuta sul “compagno Antonelli”, per via di un’orazione che avrebbe tranquillamente potuto fare anche un sindaco di sinistra. Tra i bustocchi, invece, dietro le quinte del corteo è arrivata qualche tirata d’orecchi al sindaco che «avrebbe dovuto dire qualcosa» sul caso dei manifesti sulla Marcia su Roma.

I puntini sulle “i” dell’Anpi

Eppure Primo Minelli, presidente di ANPI Legnano, e Roberto Cenati, presidente di ANPI Milano e provincia, non hanno fatto mancare cenni all’attualità politica. Come quando Minelli ha ricordato che «per Mauro Venegoni sarebbe intollerabile vedere che il 25 Aprile non è riconosciuto da tutti come festa nazionale», richiamando le parole di La Russa, e che «non basta dire non avere simpatie per il fascismo, ci mancherebbe altro», citando la neo-presidente del consiglio Giorgia Meloni. «Si abbia il coraggio, in questo Paese, di pronunciare la parola antifascismo, per condannare». O quando Cenati ha fatto riferimento al «ruolo nefasto dei repubblichini» all’epoca dell’occupazione nazista.

L’appello per la Pace

Parole chiare e inequivocabili anche quelle di condanna all’aggressione della Russia di Putin nei confronti dell’Ucraina e di invocazione della pace. «Lottare per la pace non significa arrendersi alla prepotenza e alla sopraffazione» sottolinea Cenati, richiamando la lucidità del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sull’argomento. «Saremo in piazza il 5 novembre a Roma per la pace – annuncia Minelli – Mauro Venegoni sarebbe con noi a manifestare, a maggior ragione con il pericolo nucleare incombente».

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