C’è Vita a sinistra in consiglio a Busto: «Fronte unito e candidatura condivisa»

Salvatore Vita

BUSTO ARSIZIO – Il ritorno in consiglio comunale di Salvatore Vita. L’ex segretario del Pd, passato in LeU e ora vicino a MdP (il movimento del ministro Roberto Speranza), in cerca di una “casa” politica a sinistra, rimpiazzerà. «Lavorerò per una candidatura condivisa con un fronte unito nel centrosinistra – annuncia il neo-consigliere – lo sto già facendo con molte persone, rimaste spiazzate dalle divisioni nel campo del centrosinistra, e stiamo raccogliendo le firme per sostenere questa istanza». Perché, sostiene Vita, «se vogliamo avere un ruolo» rispetto alla tornata amministrativa «l’unica possibilità che abbiamo è di farlo insieme».

Il ritorno in consiglio

«Ovviamente non entrerò nel gruppo del Pd, ma nel gruppo misto, proprio come Brugnone» annuncia Salvatore Vita, primo dei non eletti nella lista del Partito Democratico, di cui nel 2016 era segretario cittadino. Passato a Liberi e Uguali, nel 2018 è stato candidato alle elezioni regionali, ora si dice «di sinistra, in attesa di una “casa” nella quale riuscire a coabitare tutti insieme, in questo momento senza tessera dopo aver condiviso con Sinistra Italiana un pezzo di percorso dopo le elezioni regionali». Con l’obiettivo, e la speranza, di «costruire una situazione nella quale ci si possa riconoscere. Poi i percorsi, soprattutto a sinistra, sono sempre complicati…».

“Missione” unità

«Non me lo aspettavo e sono rimasto sorpreso, a pochi mesi dallo scioglimento del consiglio – rivela Salvatore Vita – ma può essere un’occasione per fare qualcosa in più di quanto già si stia facendo, lavorando su un’istanza rispetto alle amministrative. Quella di una candidatura condivisa con un fronte unito nel centrosinistra. Per la quale è già stato lanciato un appello su cui stiamo raccogliendo le firme per segnalare questo disagio, e questa necessità, che chi vota centrosinistra sente forte in città. Io, come anche tante persone che si stanno muovendo in questa direzione, già prima che emergessero le candidature, che hanno spiazzato un po’ tutti».

Divisi si perde

Un obiettivo sul quale, aggiunge il neo-consigliere, «in direzione ostinata e contraria insistiamo, perché andare divisi sicuramente non paga». E di fronte ad un «centrodestra che di fatto si sta raccogliendo intorno ad Antonelli, malumori sì o malumori no, noi dobbiamo fare uno sforzo in più e mi auguro che tutti siano consapevoli di questa necessità per la città». Perché, sottolinea Vita, «a destra fanno ammuina, ma alla fine il potere è un collante molto forte. Chi lo detiene difficilmente lo molla, e il commissario provinciale della Lega mi sembra che si sia già in qualche modo espresso. Penso che come sempre a destra ci si adeguerà alla linea dettata dall’alto. D’altra parte Antonelli l’ha mostrato in modo abbastanza palese come si gestisce il potere e anche con quali riferimenti».

La bocciatura di Antonelli

Sulla giunta Antonelli non dà giudizi: «Vedo i fatti, che ci dicono che siamo nell’ottica di accumulare un debito che dovremo far sostenere ai cittadini che non sappiamo ancora quantificare, tra i derivati, la scelta folle nella follia di Accam, il potenziale risarcimento danni rispetto all’iniziativa per “far diventare matti” quelli della rotonda. I fatti parlano da soli». Ecco perché l’unità a sinistra è un dovere: «Se vogliamo minimamente immaginare di recitare un ruolo che sia a favore della città, l’unica possibilità che abbiamo è di farlo insieme. Da soli si può recitare al massimo una particina per andare sui giornali».

«Il PD? Tutti devono fare dei passi»

Al PD di cui è stato anche segretario però risparmia le bordate. Perché è vero che «Antonelli ci ha portato dove voleva lui e nella modalità che voleva lui, e non è un elemento che depone a favore del percorso fatto», così come su Accam e sull’ospedale serviva «maggior coraggio», ma «c’è tempo per porre rimedio». E lo sguardo di Vita è rivolto in avanti: «Lo sforzo verso l’unità dev’essere collettivo, non solo del Pd. Nella necessità di trovare un punto di raccordo tutti devono fare dei passi. Indietro, avanti, di lato, non importa quali. Per me non c’è differenza tra un candidato e l’altro, sono persone assolutamente rispettabili, competenti e capaci, ma l’obiettivo deve essere lavorare insieme, altrimenti si ripete uno scenario che non porta da nessuna parte».

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