Confartigianato Varese chiama il Governo. Galli: «Infrastrutture, tasse, regole»

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GALLARATE – Tempo di bilanci e nuovi progetti, per definire quelle che saranno le linee guida del 2019 in Confartigianato. A tracciarle il presidente Davide Galli, oggi 20 dicembre, che ha ripercorso i momenti di un 2018 «di grandi cambiamenti, che anticipa un 2019 che dovrà essere l’anno del saper fare».

Persona al centro

Competenze, digitalizzazione, infrastrutture, rapporto con il territorio. Sono i perni di quello che dovrà essere il nuovo anno per le imprese. Tutti a ruotare attorno ad un centro fondamentale: quello della persona. Il presidente di Confartigianato Varese ha riassunto i temi che sono già stati affrontati nel corso della manifestazione #QuelliDelSì di pochi giorni fa a Milano «dove abbiamo illustrato al governo la nostra visione dell’Italia. Non una polemica ma un confronto propositivo». Uno degli eventi principali di quest’anno, che è stata un successo «perché non è mai facile portare gli imprenditori a manifestare. La richiesta al governo – continua Galli – è quella di fare un passo indietro nel merito delle imprese, intervenendo sullo sviluppo del contesto che c’è attorno, come le infrastrutture in cui l’Italia ha un enorme gap rispetto al resto d’Europa che deve essere colmato». Altro importante passo fatto nel 2018 è quello relativo al disegno di legge sulle aree di confine, «esempio di come ci siamo rivolti alla “persona”: al cuore della proposta vi è la decontribuzione per i dipendenti, misura che potrebbe portare benefici alle imprese ma anche allo Stato».

Nuovi propositi

E quali sono dunque i propositi per il nuovo anno? Galli parla di tasse «che non devono essere di meno, ma giuste: l’Imu sui capannoni ad esempio è una tassa iniqua»; di regole chiare «e condivise da tutte le imprese, per permettere uno sviluppo altrimenti ostacolato», di innovazione sì nel digitale, ma che sia «semplice e commisurata alle dimensioni di impresa: la stessa industria 4.0 non ha edesempio portato grandi vantaggi alle imprese piccole». Il tutto passa appunto dalla persona insieme al suo insieme di competenze: quel “saper fare” che ad esempio «non rende più necessario l’indeterminato: buona occupazione può voler dire anche sognare sempre più in alto e quindi cambiare lavoro, se le proprie capacità lo consentono, in modo da migliorarsi: la nostra storia è piena di persone che ad un certo punto hanno scelto la strada dell’autoimprenditorialità», e proprio il progetto di Gallarate mostra che si può avere successo «anche perché come Confartigianato siamo l’unica associazione che dialoga attivamente con le amministrazioni locali».

Rapporto con il territorio

Territorio diventa infine un’altra parola fondamentale: il rapporto continuo e proficuo con esso anche per riscoprire «l’importanza delle competenze, in una chiave di filiera. Bisogna tornare a investire sulle identità del territorio valorizzando le peculiarità e i naturali legami tra imprese, considerando al contempo le opportunità che il mercato globale riserva alle alte specializzazioni e alle elevate competenze». Insomma, cambiare per anticipare i cambiamenti e rimanere sempre a fianco degli imprenditori.

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