Cornacchia: «No all’ospedale unico, una torre per la cittadella sanitaria a Busto»

L'area che per Diego Cornacchia potrebbe ospitare l'ampliamento dell'ospedale di Busto

BUSTO ARSIZIO – «Costruiamo una torre sull’area dell’eliporto dell’attuale ospedale e trasformiamolo in una vera e propria cittadella sanitaria». Il fronte del “no” all’ospedale unico di Busto-Gallarate, dopo Matteo Sabba di Busto Grande, si arricchisce di un’altra voce critica nella maggioranza di centrodestra che governa Busto Arsizio. È Diego Cornacchia, consigliere indipendente del gruppo misto, a rilanciare un suo vecchio pallino, quello della cittadella ospedaliera sulle aree dell’attuale nosocomio nel quartiere San Giuseppe. «L’area è centrale e dotata di numerosi accessi, si presta perfettamente ad un ampliamento».

«Beata Giuliana? Una forzatura»

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Le aree che ospiteranno il previsto ospedale unico tra Busto Arsizio e Gallarate

«Ho sempre avuto delle grosse perplessità, che sono aumentate quando ho visto il sito del nuovo ospedale – rivela Diego Cornacchia – fu una forzatura voluta dall’allora assessore Isabella Tovaglieri. Non vedo come si possa realizzare un ospedale su quel terreno “strozzato”, di forma irregolare, difficilmente raggiungibile sia da Busto Arsizio che da Gallarate. Ridicolo e assurdo nella sua morfologia». E invece l’attuale polo ospedaliero di Busto, ricompreso tra corso Italia, viale Stelvio e via Arnaldo da Brescia, secondo l’ex capolista della Lista Antonelli, sarebbe l’ideale per un allargamento che preserverebbe l’attuale ospedale: «Ero in visita al sesto piano del polichirurgico – racconta Cornacchia – guardandoci in giro, con alcuni medici, avevo suggerito l’idea della cittadella ospedaliera. C’è già tutto, accessi, parcheggi, servizi».

Una torre per le eccellenze

E, soprattutto, ci sono gli spazi per realizzare nuovi padiglioni ospedalieri. «Un edificio ex novo – propone l’esponente del gruppo misto – dove oggi c’è l’eliporto c’è un’area di proprietà pubblica dove può essere realizzata una torre, che potrebbe ospitare tutte le strutture più moderne e le strumentazioni all’avanguardia di cui si sente il bisogno. Senza però abbandonare gli attuali reparti, molti dei quali già riammodernati e ristrutturati, che potranno continuare ad ospitare le diverse specializzazioni. Per Cornacchia, che ricorda di aver fatto parte del comitato di gestione dell’allora USSL di Busto Arsizio negli anni ’80, «l’ospedale per noi è un simbolo e un pezzo di storia. Può essere recuperato, migliorato e portato alla modernità. E i medici sarebbero d’accordo».

«Busto merita un ospedale»

In scia a Matteo Sabba, pure Diego Cornacchia ne fa anche una questione di “orgoglio bustocco”. «È giusto che una città come Busto Arsizio, che è vocata a raggiungere in futuro i 100mila abitanti, a maggior ragione ora che si chiede ai milanesi di venire a vivere qui, abbia una cittadella ospedaliera d’eccellenza. Anche perché sull’ospedale di Busto gravita tutto il territorio della Valle Olona e del circondario. Con i soldi stanziati per l’ospedale unico si potrebbe realizzare la nuova torre e sistemare un po’ alla volta l’attuale ospedale. E Gallarate potrebbe fare altrettanto per le proprie esigenze».

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