Lundgren (easyJet): «Molte compagnie aeree rischiano di non sopravvivere»

coronavirus Lundgren ceo easyJet

MALPENSA – «L’industria dell’aviazione europea ha di fronte a sé un futuro incerto ed è evidente che sarà necessario il sostegno coordinato delle istituzioni per garantirne la sopravvivenza e la capacità di ripartire quando la crisi sarà terminata». A dirlo è Johan Lundgren, Ceo di easyJet, compagnia britannica che anche a Malpensa ha messo a terra tutti gli aerei e chiesto la cassa integrazione per i 932 dipendenti basati sullo scalo varesino.

Continue cancellazioni

Altrove in Europa easyJet sta continuando a volare, ma a ritmi ridotti e in mezzo a mille difficoltà causate dall’espansione del contagio da Coronavirus ormai su scala continentale. «In easyJet stiamo facendo tutto il possibile per affrontare l’emergenza Coronavirus in modo da poter continuare a garantire i benefici che l’aviazione reca alle persone, all’economia e agli affari», spiega Lundgren. «Laddove possibile, continuiamo a effettuare voli di rimpatrio per aiutare le persone a tornare a casa, in modo da consentire loro di trascorrere questi difficili momenti con i loro cari». A causa del numero senza precedenti di misure restrittive imposte dai governi per combattere la pandemia da Coronavirus e al conseguente e significativo calo della domanda, easyJet sta proseguendo il suo programma di cancellazioni. Questo trend proseguirà per il prossimo futuro e potrebbe portare alla messa a terra della maggior parte della flotta della compagnia.

Limitare i danni economici

Per cercare di mitigare il più possibile l’impatto di Covid-19 la compagnia britannica sta inoltre mettendo in campo tutte le azioni necessarie per ridurre costi e spese non critiche. Mettere a terra parte degli aeromobili consentirà di limitare sensibilmente i costi variabili.
Lo stato patrimoniale di easyJet resta solido e include liquidità pari a 1,6 miliardi di sterline, un credito rotativo non utilizzato di 500 milioni di dollari, aerei non vincolati per un valore superiore a 4 miliardi di sterline e un ampio e importante portafoglio di slot. easyJet non ha debiti da rifinanziare fino al 2022 ed è in contatto costante con gli istituti di credito, i quali riconoscono la solidità del bilancio e del modello di business della compagnia.

Obiettivo: sopravvivere

L’industria dell’aviazione europea ha di fronte a sé un futuro incerto e non c’è alcuna garanzia che le compagnie aeree, con i benefici che recano alle persone, all’economia e alle imprese, saranno in grado di sopravvivere a quello che potrebbe trasformarsi in un sostanziale blocco dei viaggi nel lungo periodo, con una prospettiva di ripresa molto lenta. Il futuro dipenderà molto dalla possibilità di mantenere l’accesso alla liquidità, compresa quella messa a disposizione dai governi di tutta Europa. easyJet – fanno sapere dal quartier generale di Londra – continua a lavorare a stretto contatto con le autorità e a seguire le linee guida fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Easa per garantire la salute e il benessere degli equipaggi e dei passeggeri. Al momento, considerato il persistere dell’incertezza, non è possibile fornire una guidance finanziaria per il resto dell’anno finanziario 2020.

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