Monti (Lega) contro chi accusa la Regione: “Fanno politica con il coronavirus”

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MILANO –  “Condivido pienamente la lettera che la Dg Welfare ha inviato alla Federazione degli Ordini dei Medici della Lombardia, in risposta alle ‘accuse’ lanciate ingiustamente a Regione in questi giorni. Noi andiamo avanti a fare il nostro lavoro, ringraziando come sempre tutti i medici e gli operatori sanitari che sono in corsia, in prima linea, e lavorano veramente a prezzo di grandi sacrifici, a loro noi ci rivolgiamo e non a quelle sigle mediche che si ergono a rappresentanza dell’intera categoria ma sembra rappresentino più alcuni partiti politici”.

Così Emanuele Monti (Lega), varesino, Presidente della III Commissione Sanità e Politiche Sociali di Regione Lombardia, a commento della risposta ufficiale della Direzione Generale dell’Assessorato al Welfare alla lettera della Federazione degli Ordini dei Medici. Presa di posizione che si inserisce nell’aspro confronto sulle presunte inadempienze di Palazzo Lombardia in merito all’emergenza coronavirus. Confronto politico, con scambi di accuse e palleggio di responsabilità. E confronto in sede giudiziaria con l’apertura di un inchiesta della procura della Repubblica di Bergamo sulla gestione dell’allarme epidemico all’ospedale di Alzano Lombardo. A questa si aggiungono le verifiche avviate dalla stessa Regione Lombardia per gli sviluppi letali dei contagi all’interno della case di riposo, a cominciare dal Pio Albergo Trivulzio.

“Siamo ancora nel pieno delle difficoltà di quest’emergenza, anche se finalmente si iniziano a vedere i primi segnali di un miglioramento dovuto alle misure prese – spiega Monti – e proprio in questa fase delicata, quando è ancora più difficile andare avanti perché, oltre all’emergenza che continua, subentra la stanchezza di tutte le settimane passate senza riposo, arriva questa vero e proprio atto d’accusa contro la nostra Regione”.

Nel merito delle “accuse” della Fromceo, il Presidente della Commissione Sanità interviene rispondendo punto per punto.

“Ci accusano innanzitutto della mancanza di dati sulla diffusione dell’epidemia: qui possiamo assicurare che Regione ha raccolto tutti i dati possibili che hanno costituito la base per i provvedimenti man mano adottati (tra cui l’ordinanza per la zona rossa nel basso lodigiano e la proposta, non accolta, di analoga zona rossa nella bergamasca). I dati sono raccolti secondo l’impostazione indicata dalla Protezione civile nazionale e sono quotidianamente inviati alla stessa Protezione civile oltre che all’Istituto Superiore di Sanità” sottolinea.

“Ci attaccano quindi sulla presunta incertezza di chiusura delle aree a rischio – prosegue Monti – forse si sono dimenticati del rigore chiesto da Fontana fin da subito. Peccato, che le sacrosante richieste di Fontana siano state tacciate di allarmismo dal Governo e da altri”.

“Per non parlare della  “gestione confusa delle realtà delle RSA”: una critica ingenerosa, dal momento che confonde anche il ruolo di controllo e sorveglianza della Regione con i ruoli e le responsabilità organizzative e gestionale degli Enti gestori delle strutture stesse, e in secondo luogo evidenzia la mancanza di quel doveroso approfondimento che è lecito attendersi da un Ordine professionale”.

“Lo stesso vale per la polemica sui Dispositivi di protezione individuale: le critiche dell’Ordine professionale dovrebbero essere rivolte altrove, non alla Lombardia che è arrivata ad autoprodurre le mascherine”.
“Sull’assenza dell’attività di igiene pubblica, possiamo rispondere che è sotto gli occhi di tutti come la sorveglianza epidemiologica è stata effettuata fin dai primissimi contagi – continua Monti – sui tamponi abbiamo sempre seguito le disposizione dell’Istituto superiore di sanità, perdipiù implementando al massimo le possibilità di aumentarne il numero. Per concludere, all’accusa sul mancato governo del territorio, abbiamo dimostrato di saper  fare sforzi eccezionali, aumentando i posti letti, di terapia intensiva e non, di tutti gli ospedali, adattando le strutture alle esigenze di un’epidemia che ha portato a un elevatissimo numero di contagi, che ha messo a durissima prova il nostro sistema. Il quale è stato però in grado di reggere”.

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