Corrado, presidente del Pisa in redazione: «Con la Pro ci vediamo all’Arena»

corrado pisa pro

LONATE POZZOLO – Non parla di promozione, ma solo per scaramanzia. Però il suo Pisa è certamente una squadra attrezzate per tentare il salto di categoria e tornare in serie B. La Pro Patria sbarcherà all’Arena Garibaldi tra poco più di un mese. Due giorni prima di Natale. Ma il presidente nerazzurro Giuseppe Corrado, in questi giorni presente a Busto Arsizio, ha fatto visita alla redazione di Malpensa24: «Aspetto la Pro all’Arena per una bella sfida di calcio». E l’incontro è stato una buona occasione per parlare di calcio e di un campionato, quello di Lega Pro, piuttosto strano, dove c’è un calendario, ma non si sa mai fino all’ultimo se tutte le squadre scenderanno in campo nella giornata in programma.

Presidente Corrado, dici Pisa e subito si pensa a due cose: alla Torre e a Romeo Anconetani. Quanto hanno contato questi simboli al momento della scelta di acquistare i nerazzurri?

«Hanno avuto il loro pero. La Torre è uno dei monumenti più famosi al mondo. Forse conosciuto perfino più del Colosseo. Anconetani è stato l’uomo che fatto grandi società e squadra. Tanti anni in serie A, una Mitropa Cup e un sacco di talenti scovati e poi diventati campioni: Dunga, Simeone, Kieft. Questi due simboli hanno certo influito sulla mia scelta. Ma non sono stati gli unici elementi».

Quali gli altri?

«I tifosi. Abbiamo una provincia che adora e segue la squadra e 5 mila abbonati. Quando giochiamo in casa il numero dei nostri tifosi sugli spalti è uguale alla somma di tutti gli spettatori delle altre squadra del girone. Insomma Pisa è un brand importante, c’è un aeroporto, due università. Tutti elementi che hanno pesato sulle scelta. E che fanno del Pisa una squadra da categoria superiore».

Obiettivo dichiarato la Serie B?

«Calma. Per ora dico solo che siamo partiti bene. Io sono arrivato a Pisa quando la situazione in B era già ampiamente compromessa. L’anno scorso abbiamo fatto un grande campionato, ma sbagliato i playoff. Non voglio sentir parlare di promozione. Anche perché la squadra è stata largamente rinnovata».

Ecco, come valuta i nerazzurri?

«Ci sono state partenze importanti. L’ossatura storica è stata cambiata, ma credo che quello di quest’anno è un gruppo costruito a misura di categoria. Abbiamo perso un po’ d’esperienza, ma possiamo contare su un attaccante come Moscardelli. Però abbiamo anche acquistato in solidità e fisico».

Tra le concorrenti, qual è la più temuta?

«Le squadre forti non mancano in questo girone. Penso all’Entella, al Piacenza, ma anche al Siena. L’avversario più difficile però è un altro».

Quale?

«L’anomalia di questo campionato. Ci sono un sacco di partite non giocate. E noi abbiamo fatto 4 trasferte consecutive, di cui 3 in soli 7 giorni. In più non sappiamo quali saranno le decisioni definitive che verranno prese. E il tutto a stagione in corso. Non solo, ma in pre campionato abbiamo programmato la preparazione in un certo modo e i vari slittamenti hanno creato non poche difficoltà».

Insomma per lei che è anche un uomo di cinema, questo calcio “spezzatino” non è esattamente uno spettacolo. Ma a Pisa com’è arrivato?

«Il mondo del calcio lo conosco per averci anche giocato. Nella Juventus, settore giovanile, ai tempi di Verza, Gasperini e Marocchino. Qualche anno fa poi Tavecchio mi contattò per tentare si salvare il Parma, città alla quale sono molto legato, poiché ci abito da anni. Poi non se ne fece niente. Due anni fa, invece, si presentò l’opportunità di acquisire il Pisa. La situazione, anche in quel caso non era certo delle migliori. Stagione e situazione economica compromesse. Però conoscevo la città, perché qui ho fatto le scuole elementari e so quali sono le grandi potenzialità di questa piazza. Mi auguro ora che possano anche arrivare le soddisfazioni».

 

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