Covid, chirurgia Asst Sette Laghi a pieno ritmo: «Ma sindacati non approvano»

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VARESE – Per la prima volta all’ospedale di Circolo di Varese è stato asportato un tumore maligno della lingua tramite un braccio robotico e tecnologia in 3D, grazie alla straordinaria sinergia di oncologi, radioterapisti, otorinolaringoiatri e chirurghi plastici. «Con più di 370 degenti Covid ricoverati nelle nostre strutture – ha dichiarato il direttore sanitario Lorenzo Maffioli – l’Asst Sette Laghi sta mantenendo a regime l’attività chirurgica e intende continuare a farlo finché la pressione dell’emergenza non sarà tale da imporne la riduzione. Spiace che all’interno dell’Azienda questa visione non sia condivisa da alcune sigle sindacali».

Tecnologia all’avanguardia

Due settimane fa, all’ospedale di Circolo di Varese, è stato portato a termine con successo un intervento chirurgico innovativo per asportare un tumore maligno della base della lingua. Per ridurre l’invasività del trattamento, è stata utilizzata una strumentazione tecnologica all’avanguardia: un sofisticato braccio robotizzato è stato usato per asportare la neoplasia in maniera mini-invasiva passando dalla bocca.

Il braccio robotico è stato pilotato attraverso una console per seguire tutte le fasi dell’intervento chirurgico, proiettate su tre maxi-schermi 4K in 3D posizionati nella sala operatoria. Tutto il personale in sala operatoria indossava appositi occhiali 3D per collaborare attivamente durante l’operazione. La visione ad alta definizione e la percezione della profondità di campo tridimensionale hanno consentito di eseguire l’intervento chirurgico in maniera molto precisa, andando ad asportare la massa neoplastica senza danneggiare i tessuti circostanti.

«Si tratta del primo intervento chirurgico con l’ausilio di questo braccio robotico per le neoplasie dell’orofaringe», ha spiegato il dottor Paolo Battaglia, ricercatore universitario dell’Università degli Studi dell’Insubria e Dirigente Medico del Reparto di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Circolo di Varese, che ha eseguito il delicato intervento di asportazione chirurgica.

Senza tagli né complicazioni

«In passato – continua Battaglia – interventi chirurgici di questo tipo richiedevano estesi tagli sulla pelle della faccia ed in alcuni casi persino il taglio dell’osso della mandibola. Con questa nuova tecnologia siamo riusciti ad ottenere una rimozione completa e sicura del tumore dal punto di vista oncologico ma al tempo stesso siamo riusciti a ridurre l’invasività dell’intervento».

Una volta rimossa la neoplasia, l’equipe del professor Mario Cherubino, Direttore dell’Unità Operativa di Microchirurgia della Mano, ha eseguito una ricostruzione della regione operata per ripristinare il rivestimento mucoso della bocca e consentire una più rapida guarigione del paziente in termini di deglutizione e fonazione. Contestualmente all’intervento chirurgico nella bocca, sono stati asportati anche i livelli linfonodali del collo a rischio di micrometastasi, per ridurre il rischio di possibili recidive della neoplasia in futuro, ad opera dell’equipe chirurgica otorinolaringoiatrica guidata dal dottor Mario Turri Zanoni.

L’intervento chirurgico si è svolto senza complicanze, grazie anche al supporto del team anestesiologico composto dalla dottoressa Rosella Bulgheroni e dalla dottoressa Simona Cozzi. Il paziente, un settantenne residente in provincia, si è ripreso molto velocemente dall’intervento, tanto che è stato dimesso dall’ospedale circa 10 giorni dopo la procedura chirurgica, con esiti funzionali molto incoraggianti in termini di linguaggio, respirazione e deglutizione.

Frecciatina ai sindacati

«Siamo orgogliosi di questo risultato e continuiamo a lavorare per stimolare la ricerca scientifica al servizio del paziente», ha concluso Lorenzo Maffioli, direttore sanitario di Asst Sette Laghi. Che ha ricordato l’importanza della cooperazione tra specialisti, soprattutto in un momento delicato come questo. «Con più di 370 degenti Covid ricoverati nelle nostre strutture l’Asst Sette Laghi sta mantenendo a regime l’attività chirurgica e intende continuare a farlo finché la pressione dell’emergenza non sarà tale da imporne la riduzione.  Spiace che all’interno dell’Azienda questa visione non sia condivisa da alcune sigle sindacali».

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