Da Regione 2,7 milioni di euro a Busto per sottopasso di Sant’Anna e Borri

borri busto antonelli

BUSTO ARSIZIO – «Per il territorio e per Busto Arsizio, intesa come città nella quale ho fatto un pezzo del mio percorso politico, ma anche come marco colombo lega regione tasseamministrazione che sul sottopasso di Sant’Anna ha lavorato bene». Chi parla è il consigliere regionale della Lega Marco Colombo, già ex commissario della sezione bustocca del Carroccio. Il quale rivendica con orgoglio i quasi tre milioni di euro che dalla Regione entreranno nelle casse di Palazzo Gilardoni. «Per un progetto strategico come il sottopasso che dopo anni verrà finalmente realizzato e uno di minor entità economica, ma simbolico come la storica portineria del Borri».

Risorse importanti

Del piano Marshall, così è stato definito negli ambienti del Palazzo Lombardia, per affrontare la crisi post (quanto post ancora non si sa) Covid in città arriveranno 2 milioni e 750 mila euro. Con una destinazione ben precisa: 2 milioni e 600 mila mirati sul cantiere di realizzazione del sottopasso di Sant’Anna e 150 mila euro per la portineria del Borri.

«E’ un risultato importante – spiega Colombo – frutto di un bel lavoro di squadra. Isabella Tovaglieri, sapendo di questa opportunità e conoscendo le esigenze dell’amministrazione, mi ha segnalato il progetto del sottopasso. Per il quale l’amministrazione già tempo fa aveva fatto richiesta per ottenere un finanziamento regionale. Opera sulla quale c’è stato anche l’ok politico della sezione leghista con il segretario cittadino Francesco Speroni. E dopo essermi confrontato con entrambi, da consigliere regionale sono riuscito a “portare” su Busto il finanziamento».

Soldi per la storica portineria

Colombo poi aggiunge: «Per quanto riguarda il Borri invece, conosco personalmente la situazione. Si tratta di un’area strategica che l’amministrazione vuole riqualificare e recuperare. E i soldi, anche se non sono molti, per la storica portineria hanno anche un valore simbolico sotto il profilo storico. Lì sono passati tanti lavoratori che hanno contribuito alla grandezza della città. L’auspicio è che quel luogo possa tornare a essere l’ingresso dell’ex calzaturificio del futuro, non come luogo di lavoro, ma come punto di riferimento capace di collegare il passato produttivo alle esigenze contemporanee e del futuro».

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