ELEZIONI AMERICANE 2020 Economia, scuola, lavoro: le tappe per la Casa Bianca

Questo 2020 è imprevedibile. Se gli Stati Uniti stanno affrontando uno dei momenti più bui degli ultimi 100 anni dal punto di vista economico e sociale, non mancano sorprese neanche a livello politico, dove nel giro di poco più di 8 mesi tutte le certezze elettorali di quest’anno sono completamente saltate.
L’andamento degli indici di gradimento politico di Donald Trump ha subito un tracollo inimmaginabile, e quello che sembrava un Everest da scalare per i democratici appare come un comodo trekking, dove l’unica preoccupazione è quella di non inciampare in qualche insidiosa radice.
Se a gennaio Trump poteva gongolarsi per i dati su economia ed occupazione, ora deve augurarsi – ma questo ce lo auguriamo tutti – che il covid sparisca al più presto e che gli americani possano tornare presto alle proprie attività.

L’economia

L’ancora di salvezza di Trump per sperare nella rielezione resta l’economia. Il Presidente monitora costantemente i dati borsistici di Wall Street, elemento su cui ha basato l’efficacia e il successo della sua carica, per il Tycoon il dato economico resta il faro con il quale orientarsi in questa tempesta e provare a decifrare il prossimo futuro.
Secondo un sondaggio uscito questa settimana dall’autorevole Wall Street Journal, Donald Trump ha valutazioni positive per la gestione economica dal 54% degli americani rispetto a un Joe Biden che viene ritenuto non all’altezza delle sfide economiche e commerciali. Un dato indicativo che certamente fa riflettere ed evidenzia ancor di più come la sfida elettorale del 2020 si giochi tutta sul tema economico. Solo in quest’ottica si spiega la voglia di Trump e dei repubblicani di far ripartire in fretta il motore dell’America, una fretta che i democratici sembrano non avere.

La scuola

Se ripresa deve essere, non si può prescindere dalla riaperture delle attività scolastiche. E’ questa la sfida che i repubblicani devono vincere in queste settimane. Un piano scolastico, con la presenza degli alunni nelle aule, potrebbe essere l’elemento, fin ora mancato, nei piani di ripresa dell’economica americana. La scuola è perciò stata messa al centro dell’attenzione in quanto la loro riapertura può davvero dare ossigeno alle manovre di sostentamento economiche messe in campo dal congresso. Scuole, lavoro ed economia sono tre elementi mai così legati l’uno con l’altro.
In questi giorni negli Stati Uniti, ma anche in Italia, si parla di come sarà la scuola nei prossimi mesi, infatti, se molti istituti hanno comunque messo in campo un piano di lezioni “virtuali”, la necessità di tornare al metodo “classico” delle lezioni in aula resta quello più auspicato dagli economisti. Ciò nonostante l’ultima, in ordine di tempo, grande manovra che l’amministrazione americana sta per mettere in campo, è quella di una drastica riduzione delle imposte sui salari che potrebbe bloccare l’emorragia drammatica di posti di lavoro, anche nel malaugurato caso di una recidiva del virus nei prossimi mesi. Secondo gli analisti e secondo il buon senso generale, consentire agli alunni di tornare a scuola, aiuterebbe a recuperare posti lavoro. Questa è la priorità.

Joe Biden e i sondaggi

Se Trump piace solo per le scelte economiche, Biden veleggia nei sondaggi in tutti gli swing state. Benissimo nel midwest: Pennsylvania, Michigan e Wisconsin sembrano essere i più probabili terreni di conquista per i democratici per le elezioni di novembre. Questi tre stati portano in dote ben 47 grandi elettori, sufficienti per ottenere la Presidenza, infatti se Joe Biden dovesse confermare tutti gli Stati conquistati dalla Clinton nel 2016 assommando questi 47 grandi elettori porterebbero il candidato democratico a superare i fatidici 270 grandi elettori così da diventare il nuovo inquilino della Casa Bianca. Ma come detto Biden non è in vantaggio solo nel midwest, infatti registra risultati molto positivi anche in Florida e Arizona, senza contare la sicura conferma di Colorado e Nevada. La strada per arrivare alla presidenza è davvero molto ampia. L’unica incognita democratica resta l’appeal dello stesso Biden e della sua capacità di scaldare i cuori del proprio elettorato, infatti spulciando nei sondaggi l’ex vice presidente ottiene certamente buoni risultati, ma gli intervistati non sono propensi a mobilitarsi in maniera attiva, un elemento che agita la squadra democratica.

Trump

Se Biden ha un autostrada per la Casa Bianca, il Tycoon per rimanerci ha innanzi a sè un sentiero irto e polveroso che passa in primo luogo dalla conferma del sud: Arizona, Texas e Georgia. E’ inutile dirlo ma senza Texas e Georgia la sfida termina ancor prima di iniziare. Trump, come nel 2016, deve compiere il cosiddetto “percorso netto” che consiste nel vincere in Florida e North Carolina e conquistare almeno altri due swing state tra Pennsylvania, Michigan, Wisconsin e Arizona.
Una sentiero difficile, ma non impossibile che Donald Trump ha dimostrato di saper percorrere, con successo, già nel 2016.

Giacomo Iametti

ELEZIONI AMERICANE 2020 Il discorso in Pennsylvania. Ma Joe Biden è populista?

Lo speciale Elezioni Americane 2020 ci accompagnerà fino al prossimo 3 novembre, giorno delle 59esime elezioni presidenziali nella storia degli Stati Uniti. Si tratta di un appuntamento settimanale a cura di Giacomo Iametti e Simone Cecere, creatori della pagina Instagram Elezioni Americane 2020 (CLICCA QUI per accedere), una striscia quotidiana di poco più di un minuto in cui, attraverso Stories, sondaggi, grafici e approfondimenti, viene raccontato tutto ciò che succede Oltreoceano nella corsa alla Casa Bianca.

elezioni americane 2020 economia – MALPENSA24