Fratelli d’Italia a Busto vuole le “Case dei Rider”. E un albo per gli addetti del delivery

BUSTO ARSIZIO – Una o più “Case dei Rider”, dove i lavoratori delle piattaforme di delivery possano trovare ristoro, riparo, spazi per il riposo e punti di ricarica per i telefoni e le biciclette elettriche, e un albo, su base volontaria, per censire il fenomeno e l’accesso agli spazi messi a disposizione. Sono le richieste che il gruppo di Fratelli d’Italia di Busto Arsizio ha messo nero su bianco in una mozione presentata in consiglio comunale con l’obiettivo di «predisporre il più possibile le città ad accogliere questi “nuovi” lavoratori che si trovano ad “improvvisarsi” tra le strade delle grandi città». Iniziativa accolta con una certa freddezza dalla maggioranza di centrodestra che governa la città.

Le proposte

La mozione chiede all’amministrazione di «attivarsi – anche promuovendo le opportune interlocuzioni e collaborazioni con le piattaforme di delivery, con i sindacati di categoria maggiormente rappresentativi e con le associazioni di volontariato – affinché possano essere individuati gli spazi e possa essere messa a disposizione dei lavoratori una (o più) “Casa dei Rider”, ossia un luogo accessibile ai lavoratori stessi, ad esempio tramite apposito badge, dove poter riposarsi, ripararsi dalle intemperie, ricaricare il telefono o il mezzo ciclabile, utilizzare i servizi igienici e sanitari». Ma altresì di «attivarsi, anche presso gli enti superiori e competenti, per valutare le migliori modalità giuridiche e organizzative per poter costruire e realizzare un elenco dei rider operanti in città, come ad esempio un albo, la cui iscrizione sarà su base volontaria, atto a garantire un censimento statistico del fenomeno e rappresentare la base per eventuali servizi erogati dal Comune (quali, a titolo di esempio, corsi per la sicurezza stradale, di italiano o di formazione-lavoro)».

Chiaro l’intento della mozione, firmata dai quattro consiglieri del gruppo di Fratelli d’Italia, che è quello di regolamentare una presenza attualmente dispersa sul territorio comunale, che si nota soprattutto sotto i portici del McDonald’s di piazza Garibaldi: «Spesso questi lavoratori operano in condizioni non soddisfacenti per la propria sicurezza e la propria incolumità personale, come testimoniano incidenti stradali e casi di aggressione verificatisi in diverse città italiane». Ma il fatto che si prenda spunto da esperienze, come Milano, città governata dal centrosinistra, ha sollevato un certo stupore tra gli alleati del centrodestra, che avrebbero accolto l’iniziativa senza troppo entusiasmo, sollevando perplessità soprattutto sull’aspetto economico e pratico del posizionamento di queste “Case dei Rider”. Ora sarà il consiglio comunale a decidere.

busto arsizio casa rider – MALPENSA24