Gallarate, l’aggressore del sacrestano: «Mi guardava in modo insopportabile»

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GALLARATE – «Mi guardava sempre in modo insopportabile». Luigi Lamanna, il 50enne arrestato lo scorso 18 ottobre dopo aver aggredito per la seconda volta in tre mesi Deodatus Nduwimana, cittadino italiano originario del Burundi, da 20 anni sacrestano nella parrocchia di Santa Maria Assunta, è comparso oggi, lunedì 21 ottobre, davanti al gip di Busto Piera Bossi in sede di udienza di convalida.

Nessuna spiegazione per il suo comportamento

Lamanna, assistito dall’avvocato Gianluca Fontana, è apparso estremamente agitato. Ha parzialmente ammesso quanto gli viene contestato. Nella fattispecie è accusato di atti persecutori e lesioni, con l’aggravante dell’odio razziale, nei confronti del sacrestano. Il cinquantenne ha apostrofato Nduwimana con epiteti razzisti quali «Negro di m…., torna al tuo paese». E lo ha picchiato, due volte. L’ultima, quella che gli è valsa l’arresto, davanti alla figlia del sacrestano. Il gip ha tentato, a quanto pare inutilmente, di cerca di capire il perché di un comportamento tanto aggressivo e xenofobo. A domanda diretta Lamanna avrebbe iniziato a saltare di palo in frasca, raccontando frammenti della propria vita, che a nulla, però, avrebbero portato. Se non a quel «Mi guardava sempre in modo insopportabile e io perdevo la testa» che ha costretto il gip a scrivere nelle sei pagine dell’ordinanza che mantiene Lamanna in carcere «Impossibile sondare le motivazioni del suo comportamento», con Lamanna che non si sarebbe reso conto che quel «Mi guardava in modo insopportabile» non smorza e tanto meno spiega le ragioni di un tale atteggiamento. Come detto il 50enne resta in carcere principalmente per l’alto rischio di reiterazione del reato visti i pregressi. Escluso il ricorso al Riesame: «Spero con il tempo si possa valutare per il mio assistito il trasferimento in una struttura di cura dove possa essere seguito e ottenere il supporto psicologico di cui appare assolutamente bisognoso»., conclude il difensore.

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