Gallarate, Bilardo sentito ancora dal pm: si punta a un livello superiore?

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GALLARATEAlberto Bilardo sentito ancora dal pm. E non è finita. L’ingegnere, coinvolto nell’inchiesta Mensa dei poveri, e arrestato lo scorso 7 maggio con il plenipotenziario di Forza Italia Nino Caianiello, e considerato dagli inquirenti uno dei uomini di fiducia del Mullah, è comparso per la terza volta davanti al pubblico ministero Luigi Furno venerdì 19 luglio. E tornerà per completare il suo interrogatorio, durante una quarta audizione, domani mercoledì 24 luglio.

Quattro interrogatori per l’ingegnere

Bilardo era già stato sentito il 27 maggio, per 5 ore, e l’11 giugno, per 13 ore. Il 14 giugno scorso, giorno in cui davanti al pm compariva Caianiello (che a quanto pare non si farà più riascoltare) Bilardo ha ottenuto gli arresti domiciliari uscendo dal carcere. Il “pizzino” fatto recapitare da Caianiello, secondo gli inquirenti, per via orale all’uomo di fiducia da altro detenuto dal semplice testo «Non parlare» a quanto pare è stato del tutto ignorato dall’ingegnere. Che ha parlato eccome: dalle prime 18 ore di interrogatorio, a quanto pare, sarebbero emersi elementi tali da motivare nuove contestazioni al Mullah. Altri guai per Caianiello, insomma, oltre a quelli già messi nero su bianco nell’ordinanza che ha portato tutti agli arresti. Venerdì 19 luglio Bilardo ha di nuovo parlato: cosa abbia detto non è dato saperlo. E di fatto così è accaduto anche per i primi due interrogatori. E domani tornerà davanti al pubblico ministero per quello che potrebbe essere l’atto conclusivo. Che potrebbe portarlo a un accordo per il patteggiamento (prima di lui ci furono Tonetti e Bordonaro che hanno chiuso a due anni con il pm) e quindi al ritorno alla totale libertà (è incensurato, stando alle carte il suo coinvolgimento negli affari contestati sarebbe più ampio rispetto a quello dell’imprenditore gallaratese Pier Tonetti e dell’ex presidente del cda di Accam Laura Bordonaro) e che potrebbe portare a nuovi sviluppi dell’inchiesta. Non necessariamente relativi alla posizione di Caianiello, che secondo indiscrezioni sarebbe così consolidata per gli inquirenti da spingere la Dda di Milano a chiedere il giudizio immediato (non solo per lui ma per tutti coloro che sono stati sottoposti a misura di custodia cautelare), ma per quel “livello superiore” che gli stessi inquirenti parrebbe starebbero vagliando.

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