Gallarate, centri sociali contro Cassani: vandalizzato il Comune

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GALLARATE – «Cassani non siamo fidanzate, siamo incazzate». La scritta, di un fucsia civettuolo che poco si addice alle “rivoluzionarie di piazza” che si presume abbiano vergato il monito diretto al primo cittadino di Gallarate Andrea Cassani, è comparsa nella notte sulla facciata di palazzo Borghi. I dipendenti comunali l’hanno trovata accanto all’ingresso nella mattinata di oggi, venerdì 28 dicembre, all’arrivo in Municipio.

Centri sociali nel mirino

Il rimando è chiarissimo: lo scorso 19 dicembre un gruppo di manifestanti anarchici e non arrivati dal centro sociale Telos di Saronno e dall’ex centro sociale di Gallarate Mohicani si era reso protagonista di un incursione in consiglio comunale. Il gruppetto, non più di una quindicina di persone, aveva esposto uno striscione e contestato il sindaco. Il riferimento era allo sgombero del campo Sinti di via Lazzaretto eseguito lo scorso 27 novembre. Cassani, affatto intimorito dall’accaduto, in relazione alla presenza di alcune ragazze nel gruppo aveva commentato «Saranno state le fidanzate di chi ha fatto incursione in aula consigliare». Questa notte è arrivata la replica. E il primo cittadino torna a ribadire di non essere «Affatto intimorito. Non voglio aggiungere altro. La scritta è già sparita». E in effetti prima delle 12 di oggi, in pochi minuti, gli operai del Comune avevano rimosso il tutto. Non perché Cassani si sentisse offeso ma per rispetto del decoro urbano della piazza.

Potrebbe scattare una denuncia per danneggiamento

Penalmente si tratta di danneggiamento. E’ un atto vandalico a tutti gli effetti. Il punto è molto ben monitorato dalle videocamere di sorveglianza, anche private, che dovrebbero aver ripreso l’azione in corso. Se, come tutto lascia supporre, la scritta è collegata ai fatti del 19 dicembre le autrici o gli autori graviteranno molto probabilmente in quelle realtà. E se non fanno parte del gruppetto visto in aula consigliare potrebbero gravitargli intorno ed essere già noti alle forze di polizia. Dopo il blitz in consiglio erano già partite le prime denunce. Se il sospetto fosse confermato se ne potrebbe aggiungere un’altra.

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