Le associazioni di Gallarate contro i giudici: «Per colpa loro Sinti in strada a Capodanno»

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota diramata dalla Rete delle associazioni gallaratesi che da mesi seguono la vicenda dei Sinti di Gallarate, opponendosi allo sgombero del Campo di via Lazzaretto. Compongono la rete associazioni cattoliche come l’Acli e Azione cattolica, sindacati (la Cgil e Cisl), gruppi di appartenenza politica e di solidarietà, come l’Mfe, Anpi, Arci Cuac e Forum del terzo settore:

La giudice del tribunale di Busto ha deliberato ieri, 18 dicembre, di non avere competenza per dire se dopo il 30 dicembre, minori e famiglie la cui fragilità è già stata riconosciuta dal Comune (tant’è che li ha ricoverati in albergo, dopo il retromarcia delle tende ghiacciate, non avendo quelle famiglie disponibilità di soldi e casa per trovare una soluzione in autonomia) dovranno essere abbandonati in una strada della città oppure se il Comune è tenuto a intervenire. Difetto di giurisdizione.

Negli stessi giorni il Tribunale di Milano, sul più noto caso dell’esclusione di bambini stranieri dalla mensa, si è invece dichiarato competente e ha ordinato al Comune di Lodi di modificare il Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate.

E’ la giustizia italiana: giudice che vai, sentenza che trovi. 

A seguito del difetto di giurisdizione dichiarato dal Tribunale di Busto Arsizio, l’avvocato delle famiglie Sinti ha presentato oggi, a distanza di un solo giorno, un reclamo urgente, per evidenziare come invece il Tribunale sia competente a decidere.

La nuova udienza è però stata fissata per l’8 gennaio.

Lo capirebbe anche un bambino. Se un provvedimento viene depositato con la procedura di urgenza è perché c’è urgenza. Altrimenti sarebbe un provvedimento ordinario.

Capiamo che è periodo di festa, che i giudici (come tutti noi) abbiano voglia di pensare ad altro, che anche chi lavora al Tribunale abbia il diritto di passare dei giorni di svago e in famiglia. 

Però ci sono anche le responsabilità e la professionalità.

E’ evidente che decidere sulla scadenza del 30 dicembre, quando la scadenza è passata, non ha senso. 

Non è rispettoso delle famiglie Sinti gallaratesi, che meritano una risposta nei tempi imposti non da loro, qualunque sia la risposta, che il giudice definirà secondo la legge.

Non è rispettoso neppure dei tanti giudici che ogni giorno nei Tribunali d’Italia fanno i salti mortali perché i cittadini possano avere fiducia nel loro operato e nella giustizia.

Rete delle Associazioni gallaratesi
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