BUSTO ARSIZIO – La “disfida della Giöbia” si trasforma in un’occasione per unire due città. Gallarate rivendica di averla riscoperta per prima, Busto ricorda come sia una tradizione millenaria. Ma i due assessori alla cultura si scambiano una telefonata e concordano sulla necessità di fare gioco di squadra sul territorio per salvaguardare le tradizioni. Da Gallarate Massimo Palazzi parla di «gustosa rivalità tra Busto e Gallarate» e rivendica di aver “acceso” il dibattito sulle tradizioni. Da Busto Manuela Maffioli rimarca: «Le tradizioni devono unire e non dividere, se non bonariamente».
La “disfida della Giöbia”
Alla luce degli «interessanti» spunti dello storico bustocco Luigi Giavini, a cui va un «ringraziamento», l’assessore alla cultura di Gallarate Massimo Palazzi si dice «soddisfatto perché è stato raggiunto il risultato che volevo, cioè quello di accendere – è proprio il caso di dirlo! – l’attenzione sugli aspetti storici della tradizione della Giöbia, che non costituisce solo un evento folkloristico, ma è una delle tradizioni caratterizzanti del nostro territorio». E propone «uno studio congiunto al fine di approfondire le origini del rito e la diversità delle radici» tra Busto e Gallarate. «Lo scopo di approfondire le radici storiche di questa tradizione è quello di riconoscere alla stessa la dignità di espressione di identità culturale collettiva, così come individuata dal Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che mira alla salvaguardia del patrimonio culturale immateriale. Pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e saperi che le comunità riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale, trasmesso di generazione in generazione, al punto da creare un senso di identità e continuità, che promuove il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana».
La telefonata
«Con l’assessore Maffioli – rivela Palazzi – abbiamo scherzato telefonicamente su quella che è stata definita la gustosa rivalità tra Busto e Gallarate, che ci spinge in realtà a consolidare una collaborazione che già nella prossima primavera vedrà un confronto su di un altro tema caro a questa ancestrale competizione tradizionale: quello dei “Brüsabalun”».
La bustocca Manuela Maffioli, vicesindaco e assessore alla cultura e all’identità, conferma: «La telefonata dell’assessore Palazzi mi ha fatto piacere. Anche perché non ho provato né malumore né rancore quando ho letto quella dichiarazione. Ho sorriso e non ho replicato perché l’ho letta come un pretesto per tenere viva l’attenzione: mai avrei creato un caso sulle nostre tradizioni, che sono sacre, intoccabili e vanno rispettate in maniera assoluta». Discuterne può far solo bene: «Con Gallarate c’è grande apertura alla collaborazione e sono certa non mancheranno occasioni per concretizzare questa reciproca volontà rimanendo dentro la storia e non ponendoci fuori dalla storia».
Il cuore di Busto per la Giöbia
Perché «la Giöbia è una cosa seria per Busto, che le appartiene da sempre, una tradizione millenaria che ogni anno festeggiamo con una grande cerimonia di piazza e un ingente dispiego di forze. E quest’anno la partecipazione ha superato ogni migliore aspettativa». Lo dichiarano Manuela Maffioli e il sindaco Emanuele Antonelli, rivelando che «giovedì sera (30 gennaio) abbiamo raccolto quasi 1500 euro di offerte: una Giöbia davvero solidale». Ammonta a 1491 euro, per l’esattezza, la somma raccolta in occasione della risottata in piazza San Giovanni. Circa duemila le porzioni di risotto e salsiccia servite, accompagnate da vino, acqua e chiacchiere: tutto gratuito, ma con l’invito ai cittadini a lasciare un’offerta libera da dare poi in beneficenza. «Siamo colpiti ancora una volta dalla generosità dei Bustocchi – spiegano il sindaco Emanuele Antonelli e l’assessore alla cultura e al commercio Manuela Maffioli – in settimana, anche con l’assessore all’inclusione sociale Osvaldo Attolini, decideremo a chi devolvere la somma». Se ne parlerà già lunedì 3 febbraio in giunta.